Palazzo Acerbi: ecco la storia della casa dove visse 'il diavolo'
Qui abitò un marchese considerato da molti Satana in persona
Un'antica residenza a tre piani, con la facciata gialla e decorazioni piuttosto sobrie. Guardando Palazzo Acerbi nessuno direbbe che all'interno di queste mura un tempo visse un uomo che i milanesi considerarono il diavolo in persona. Il marchese Ludovico Acerbi, questo il nome di questo 'Satana secentesco', si trasferì nella dimora al numero 3 di corso di Porta Romana negli anni '20 di quel secolo.
Il personaggio
Ludovico Acerbi giunse nel capoluogo lombardo per conto della corona spagnola, di cui curava gli interessi. A Milano il nobile condusse una vita particolarmente dissoluta, girando per la città su una carrozza trainata da sei cavalli neri e dando feste sontuose nel palazzo che poi prese il suo nome. L'uomo, evidentemente, non si curava dello stato di povertà sempre più insopportabile in cui versava la Milano dell'epoca. E forse fu proprio questo suo disinteresse per chi non poteva godere dei suoi stessi agi a renderlo inviso ai suoi concittadini.
La peste
Ma ad accendere la fantasia popolare furono le nefandezze che il marchese avrebbe compiuto durante la peste del 1630, la stessa narrata nei Promessi sposi dal Manzoni. Secondo la leggenda, infatti, mentre la popolazione veniva decimata dall'impietoso morbo, Acerbi continuava a ostentare la sua vita di ricchezze, percorrendo la città a velocità folle con la sua lussuosa carrozza e dando balli nei suoi sontuosi saloni con decine di servitori in livrea verde. Tutto questo senza che né lui né i suoi ospiti si ammalassero mai. Questi episodi valsero al nobile il nomignolo non certo affettuoso di 'Diavolo di Porta Romana'.
Le accuse mosse al marchese erano, naturalmente, del tutto infondate: Acerbi in realtà morì anni prima dello scoppio dell'epidemia. Ma la leggenda continuò ad aleggiare attorno a questo personaggio così controverso, tanto che nel 2011 Acerbi divenne protagonista del romanzo 'Gli Angeli di Lucifero', di Fabrizio Carcano. Il giallo narra dell'interesse che la figura del marchese suscitò negli ambienti esoterici e satanisti.
L'edificio
Palazzo Acerbi, che il marchese acquistò dalla famiglia Rossi di San Secondo, presenta balconcini curvilinei, cornici dalla linea retta e, nel portale, teste di leone decorative. Ma il vero sfarzo del palazzo è visibile nei suoi ambienti interni, che Acerbi fece realizzare con estrema ricchezza, volendo battere la proprietaria del palazzo antistante, appartenente alla famiglia Annoni. Nell'edificio ancora oggi è visibile, incastonata nella facciata, una palla di cannone risalente alle Cinque giornate di Milano.