Era il 2013 quando per la prima volta si aprirono le porte del Dry, luogo all’epoca piuttosto anticonvenzionale per essere una pizzeria. Siamo in via Solferino, a Milano. Dry infatti può essere considerato pioniere di un genere, il primo a puntare su un nuovo format gastronomico: “Ppizza e cocktail”, recitava il suo slogan in maniera schietta e a scanso di equivoci. Dry Milano infatti è stata la prima pizzeria a puntare sull’abbinamento (ai tempi) ardito tra il lievitato tutto italiano e la miscelazione internazionale: un bancone bar sul davanti, una bella sala tutto attorno al bancone e una sala sul retro, dove ci sono anche le cucine e i forni. Risultati? Sorprendenti, tanto che questo pairing è ormai pacifico a livello nazionale, come le repliche del Dry comparse in questo decennio. Affiancare pizza e cocktail, grazie al ruolo pionieristico del Dry, è diventato normale. In 10 anni si sono susseguiti diversi pizzaioli e bartender, fino ad arrivare all’attuale formazione con Lorenzo Sirabella e Edris Al Malatm rispettivamente chef pizzaiolo e capo bartender di Dry Milano. Adesso Dry si appresta a festeggiare dal 12 al 17 settembre con una settimana di ospiti e proposte uniche, sia al bancone del bar che in cucina.
Dry Milano: una storia lunga 10 anni a Milano
Il Dry Milano ha avuto il merito di stravolgere il concetto dietro la classica pizzeria. Non più un luogo solo per famiglie, sommesso, spesso di poco appeal estetico e di design, ma un format che porta la pizza ad avvicinarsi al mondo della gastronomia, in un ambiente esteticamente curato, perfetto per un target giovane. Cosa non scontata nel 2013, frutto delle idee condivise dei quattro soci fondatori assai noti nel panorama della ristorazione e dell’imprenditoria milanese: lo chef Andrea Berton (del Ristorante Berton, ora uscito dalla società), Giovanni Fiorin (anche lui uscito), Diego Rigatti e Tiziano Vudafieri (il noto architetto e interior designer).
Grazie anche al lavoro dello studio Vudafieri Saverino Partners, di proprietà dell’omonimo socio, il Dry si è distinto per i suoi arredi contemporanei, i tavoli conviviali e il bancone del bar dove è possibile cenare, scardinando l’impostazione delle classiche pizzerie e prendendo in prestito tratti più vicini a un locale notturno. Senza dimenticare il cuore della proposta: la pizza, collocata così in un contesto nuovo – quello della mixology – in dialogo tra cucina e bancone. “L’idea pizza e cocktail è nata osservando il mondo, annusando le tendenze e cercando di essere i primi a portarle a Milano, città di contaminazione per eccellenza. Il resto è dato da materie prime d’eccellenza unite al piacere della convivialità, un mix vincente”.
Dry Milano: l’abbinamento pizza e cocktail
La pizza è la vera protagonista di questi 10 anni di Dry Milano, in un percorso di continua eccellenza. Infatti come dice Lorenzo Sirabella: “Festeggiamo questi 10 anni con gioia, ottimismo e voglia di andare avanti, grazie anche a importanti riconoscimenti che confermano il nostro percorso come l’ottavo posto in Italia della 50Top Pizza, e prima tra le milanesi”. Il lavoro di Lorenzo Sirabella, napoletano classe 1993, uno dei più promettenti giovani italiani e allievo del maestro Enzo Coccia, si è inserito perfettamente in questo contesto continuando a sviluppare una pizza contemporanea e innovativa. Dry Milano ha sempre posto molta attenzione sull’ingrediente, di qualità: tra le prime pizzerie a servire la pizza in spicchi ognuna con il proprio topping.
Le pizze simbolo del Dry di Milano
“Io sono arrivato nel 2018” commenta Lorenzo Sirabella “e sappiamo che gli ospiti sono affezionati ad alcune proposte come la “piennolo rosso” (piennolo rosso del vesuvio dop, alici, olive nere al forno, capperi di Pantelleria, origano d’ischia) e c’è anche la variante "piennolo giallo”, o la “4 formaggi fichi e noci” o la “cosacca” (pomodoro, pecorino e grana padano). Immancabile la focaccia con il vitello tonnato, pizza signature del locale”. C’è una nuova direzione nei cocktail: “Nel 90% dei cocktail troverete un prodotto di scarto trasformato in un altro elemento come polvere, chips, infusione o sciroppo”, precisa Edris Al Malat, il Bar Manager. “Affianco alla classica lista “Dry Milano Signature” dove si trovano nostri must come il “Mediterraneo” (Bulldog Gin, Italicus, cetriolo, casilico) e ”Hibiscus Margarita” (vida Mezcal, tequila, lemongrass e hibiscus)”.
Dry Milano, 10 years of Taste: l’evento dal 12 al 17 settembre
Quindi tutti invitati a scoprire questa storia lunga 10 anni, dal 12 al 17 settembre nel locale di Via Solferino che diventa per una settimana teatro d’elezione di bartender provenienti dai locali amici. Riccardo Carli e Fausto Bigongiali (Jeffer Cocktail Bar di Pisa) e Simone Covan (Santa Cocktail Bar di Firenze) il 12 settembre; Dario Tortorella vincitore della Campari Bartender Competition il 13, mentre il giorno dopo sarà il turno dei mixologist Cameron Moncaster & Samuel Dames dello Swift Londra. Si prosegue quindi con Natale Palmieri di Cinquanta Spirito Italiano e Vincenzo Pagliara di Laboratorio Folkloristico di Pomigliano d’Arco il 15, Alex Frezza de L’Antiquario di Napoli il 16, e per finire Louis Lai e Christopher McNulty del Candelaria di Parigi il 17.
Ciascun ospite proporrà 3 cocktail dedicati all’anniversario (al costo di 14€) a cui abbinare ovviamente pizze speciali create per l’occasione. Nel futuro invece? Sirabella afferma: “In cucina andremo sempre più in una direzione zero sprechi, in termini di visione intendiamo essere sempre più internazionali ma allo stesso tempo solidamente riconoscibili”. Buon compleanno Dry Milano.