Milano, accoltellò militare con forbici al grido "Allah akbar": 14 anni e 6 mesi per terrorismo
Quando quando venne bloccato, urlò “Allah Akbar”, tipico proclama dei terroristi islamici
Dovrà stare in carcere 14 anni e 6 mesi il ragazzo di 23 anni che nel settembre 2019 aggredì un militare, Matteo Toia, di pattuglia nell’area della Stazione Centrale di Milano colpendolo al collo con un paio di forbici.
Lo ha stabilito il Tribunale di Milano che ha condannato Mahamad Fathè, questo il nome dell’imputato yemenita che andrà in carcere per tentato omicidio aggravato dalla finalità terroristiche. Un’aggravante scattata soprattutto perchè l’uomo, quando venne bloccato, urlò “Allah Akbar”, tipico proclama dei terroristi islamici.
Video: i momenti drammatici dell'aggressione
I giudici dell’ottava sezione penale – collegio presieduto da Maria Luisa Balzarotti – gli hanno inflitto 3 mesi in più della pena chiesta dal pm Enrico Pavone (pari 14 anni e 3 mesi di carcere). Lo yemenita sarà inoltre espulso dal territorio italiano una volta finita di scontare la sua pena in carcere.
L'uomo era stato fermato da un altro migrante, eroico
A fermare il 23enne era stato Samba Diagne, un 52enne del Senegal che è stato nominato Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Samba ha cinque figli in Senegal e vive a Milano da quasi trent'anni dove lavora come addetto alla sicurezza in alcuni negozi.
Video: intervista al 52enne eroe
Tutto è accaduto un attimo dopo le 10.45: Diagne era uscito dalla metropolitana della Stazione Centrale e stava andando al mercato di via Benedetto Marcello per comprare vestiti. In un batter d'occhio si è trovato di fronte Mahamad Fathe, con in mano un paio di forbici mentre colpiva un soldato. Lui non ci ha pensato due volte: ha visto che vicino a un palo c'era una catena di una bicicletta che avevano rubato, l'ha sfilata e ha colpito sulla spalla il 23enne. Un colpo secco, che lo ha fatto stramazzare al suolo.
Chi è Matteo Toia, il militare ferito in centrale
Il militare 34enne, Matteo Toia, caporale maggiore scelto dell'esercito appartenente al Quinto Reggimento Alpini della Brigata Julia. Per fortuna quel giorno è stato accompagnato in codice verde al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli. Le pugnalate gli hanno provocato ferite non profonde e non è mai stato in pericolo di vita.