Si profila l'adottabilità per Achille, il figlio di Alexander Boettcher e Martina Levato nato ad agosto 2015. La coppia di ex amanti ritenuta responsabile di diverse aggressioni con una sostanza a base di acido non avrebbe infatti la cosiddetta "capacità genitoriale" per accudire il bambino, secondo le indiscrezioni diffuse il 24 maggio a riguardo della perizia condotta da Cecilia Ragaini e Simona Taccani per conto del tribunale per i minorenni.

I genitori non sarebbero considerati in grado di prendersi cura di Achille per via delle loro devianze sessuali, dei fatti commessi e anche dell'entità delle pene da scontare: Boettcher è stato condannato a 14 anni di reclusione per l'ultima aggressione, quella a Pietro Barbini, e a 23 anni di reclusione per gli altri casi; Levato a 12 anni di reclusione per l'aggressione a Barbini e a 16 anni per le altre. Nel caso di Barbini si tratta di condanne in appello, per le altre siamo ancora al primo grado di giudizio.

I nonni di Achille (genitori di Boettcher e Levato) avevano chiesto di poter crescere il bimbo, ma la perizia escluderebbe anche questa possibilità. I consulenti di parte potranno presentare le rispettive osservazioni entro il 7 giugno. I giudici minorili prenderanno poi una decisione definitiva. Nel frattempo Achille vive in una comunità per minori.

Subito dopo la nascita del bambino, l'Italia improvvisamente si spaccò sul suo destino tra chi riteneva che Boettcher e Levato fossero assolutamente inadatti a prendersene cura visto ciò che avevano fatto, e chi invece pensava che i diritti di una madre e di un padre prevalgono anche su efferate aggressioni come quelle attestate dal tribunale. 

Nel frattempo, mentre Boettcher prosegue a dichiararsi innocente, è cambiata la strategia difensiva di Levato, che in un primo tempo difendeva a spada tratta il suo amante accollandosi ogni colpa; di recente, in concomitanza con la rottura sentimentale tra i due, Levato ha iniziato a prospettare le colpe dell'ex amante.