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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Stadera / Via Giulio Carcano

"Contaminata da sesso non pulito, dovevo purificarmi per essere madre"

Così Martina Levato "spiega" l'aggressione con l'acido all'ex Pietro e il tentativo di evirazione all'altro ex Antonio: "Mia madre e mia nonna hanno fatto sesso pulito, io no". I giudici: "Ripugnante perversione imputati"

Ha sfregiato con l'acido muriatico il suo ex Pietro Barbini (e tentato di evirare un altro ex) per purificarsi dal "sesso non pulito" che si sentiva ancora addosso come un peso. Questa la giustificazione, se così si può definire, addotta dalla studentessa universitaria Martina Levato, rea (confessa) dell'aggressione in via Carcano il 28 dicembre 2014, condannata a quattordici anni di carcere per questa ragione.

Ancora più shockante, se possibile, il motivo per cui voleva purificarsi: stava diventando madre, era incinta dell'amante Alexander Boettcher (sposato), e proprio per questa ragione - per sentirsi 'pronta' come madre - voleva "liberarsi da esperienze corporee negative". 

"Se mi fossi dedicata alla carriera, può darsi che non avrei fatto queste cose qua", ha detto. "Mia madre e mia nonna hanno fatto sesso pulito, io avevo avuto esperienze sessuali negative (...) che non avevo condiviso (...) ero contaminata".

Martina Levato è in carcere: partorirà ad agosto ma i giudici hanno negato gli arresti domiciliari, valutandola ancora pericolosa. Partorirà comunque in un ospedale, dopodiché partiranno le procedure per l'affido del nascituro.

Nelle motivazioni della sentenza di condanna, i giudici hanno usato parole durissime. Hanno evidenziato che, da parte dei due imputati, non v'è stata alcuna pietà mostrata verso la vittima e che entrambi hanno rivelato "un grado tale di perversione da destare un profondo senso di ripugnanza in ogni persona di media moralità e che provoca repulsione per la sua abnormità".

I giudici hanno anche scrito che il "motivo ispiratore" (la supposta esigenza di 'purificazione') appare "macroscopicamente inadeguato a spiegare il movente", visto che si tratta, tra l'altro, di due persone di buon contesto socio-culturale e familiare: "Martina e Alexander - si legge - avevano certamente sufficienti strumenti critici e culturali per risolvere i conflitti e i problemi con altre persone inmodo civile e adeguato senza dover ricorrere a gravissimi reati per affermare il loro rapporto di coppia e loro stessi":

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