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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Capotreno aggredito con machete, la beffa: potrebbe non avere un risarcimento

I colpevoli risultano nullatenenti e lo Stato indennizza fino a 3 mila euro a patto di non avere un reddito alto

Potrebbe finire anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo il caso del risarcimento per il capotreno Carlo Di Napoli, aggredito con un machete insieme al collega Riccardo Magagnin l'11 giugno 2005 da un gruppo di giovanissimi salvadoregni della gang latina MS13 presso la stazione di Villapizzone. 

Video: le immagini di sorveglianza dell'aggressione

I colpevoli sono già stati condannati definitivamente dalla Cassazione a marzo 2018. Il principale responsabile, quello che aveva sferrato il colpo con il machete, José Ernesto Rosa Martinez, in realtà non aveva nemmeno fatto ricorso al terzo grado di giudizio, mentre per due suoi complici i giudici di Cassazione hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Le pene di secondo grado (ridotte per l'esclusione dell'aggravante dei futili motivi) sono di 12 anni a Martinez e di 14 anni e 9 anni agli altri due.

Ma ora si apre il capitolo del risarcimento. Per Di Napoli è stata fissata la provvisionale di 50 mila euro (20 mila per Magagnin), ma l'esatto ammontare deve essere stabilito con un processo civile. Tuttavia è quasi certo che il capotreno non otterrà praticamente nulla, perché i responsabili sono nullatenenti. 

Video: l'arresto dei responsabili dell'aggressione

In questo caso, lo Stato (dal 2017) indennizza la vittima di un reato violento. Se si eccettua lo stupro o l'omicidio, però, l'indennizzo è a titolo di risarcimento per spese mediche ed ha il tetto massimo di 3 mila euro, a patto che la vittima abbia un reddito non superiore a circa 11 mila euro (lo stesso limite per poter accedere al gratuito patrocinio). 

Questo significa che il capotreno potrebbe non vedersi riconoscere neanche un euro. L'uomo aveva rischiato di perdere il braccio e anche di recente è stato sottoposto all'ennesima operazione. E' rientrato al lavoro in Trenord come formatore. Il suo avvocato Luca Ponzoni intende ora procedere con la battaglia legale: obiettivo finale, come detto, la Corte europea dei diritti dell'uomo per vedersi riconoscere un equo risarcimento del danno.

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