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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Morta Alessandra Sgarella, fu rapita dalla 'ndrangheta nel '97

E' deceduta nella notte all'Humanitas. Fu una delle ultime persone rapite dalla malavita organizzata, che poi si dedicò al più redditizio traffico di stupefacenti. Poche ore prima arrestato l'ultimo dei suoi rapitori

Dopo una lunga malattia è deceduta, all'Humanitas di Rozzano, Alessandra Sgarella, 52 anni, l'imprenditrice di Domodossola (Vco) residente a Milano che era stata rapita l'11 dicembre del 1997 davanti alla sua abitazione, in viale Caprilli 17, in zona San Siro, e rilasciata il 4 settembre del 1998 a Locri, in Aspromonte, dopo 266 giorni di prigionia. Il 21 gennaio 1998, quando i beni della famiglia erano già stati bloccati, i rapitori si fecero vivi chiedendo la folle cifra di 50 miliardi di lire a titolo di riscatto.

Per uno strano scherzo del destino, poche ore prima era stato arrestato il settimo e ultimo componente della banda che l'aveva rapita, Francesco Perre, 44enne, latitante, bloccato in una zona di campagna dell'Aspromonte mentre era andato a dare un'occhiata alla sua piantagione di canapa indiana.

All'epoca dei fatti il marito, Pietro Vavassori, era amministratore delegato della Italsempione, avviatissima azienda di trasporti con sede legale a Domodossola e sede operativa a Cornaredo, il cui proprietario era il padre della Sgarella.

Da luglio di quest'anno, Pietro Vavassori è fra l'altro il nuovo "patron" della Pro Patria, la storica società calcistica con un passato in serie A di Busto Arsizio (Va), che la scorsa stagione ha mancato ai playoff la promozione in Lega Pro prima divisione.

Il procuratore di Reggio Calabria Nicola Gratteri, che aveva incontrato i giornalisti per comunicare l'arresto dell'ultimo dei rapitori, si è detto profondamente rattristato della morte della Sgarella e ha commentato: "Alessandra Sgarella è stata una delle ultime vittime dei sequestri di persona gestiti dalla 'ndrangheta, che ha poi abbandonato questo tipo di reato essenzialmente per due motivi. I sequestri di persona erano meno convenienti rispetto al traffico di cocaina, molto piu' redditizio sotto l'aspetto della rapidità e della quantità dei guadagni. E poi perche' il blocco dei beni delle famiglie dei sequestrati ha reso piu' difficile e complesso il pagamento dei riscatti''.

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