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Cronaca

Accoltella ragazzo durante una lite: Caravita jr sorvegliato speciale

I giudici: "Ancora socialmente pericoloso"

Un anno di sorveglianza speciale per Alessandro Caravita, 21enne figlio di Franco, storico fondatore e capo degli ultrà dei Boys della curva dell'Inter, da venerdì scorso ai domiciliari per aver accoltellato un 24enne dopo una lite lo scorso giugno, in corso Garibaldi. A stabilirlo la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano.

Caravita jr. non sarà sottoposto all'obbligo di firma, contrariamente a quanto chiesto dalla questura di Milano che per lui oltre a questo vincolo aveva chiesto tre anni di sorveglianza speciale.

Per i giudici il 21enne è un soggetto di "pericolosità sociale ancora attuale e abituale". Di qui la decisione di considerarlo 'sorvegliato speciale'. Per lui, difeso dall'avvocato Mirko Perlino, però, non sono state disposte ulteriori prescrizioni richieste, ovvero l'obbligo di firma, "al fine di consentire al proposto di frequentare l'università ove è iscritto che non si trova nel comune di Milano".

L'aggressione

Caravita la scorsa estate sferrò cinque coltellate - quattro al torace e una all'inguine - al rivale, che venne portato d'urgenza al pronto soccorso del Niguarda e operato. Dopo una breve indagine i carabinieri individuarono il 21enne e lo arrestarono. In sede di dichiarazioni spontanee dopo il fermo, Caravita ammise le coltellate ma dichiarò di essersi difeso dalle minacce e dall'aggressione di quattro persone.

A luglio l'anticrimine della questura di Milano ha poi comminato a Caravita jr. un Daspo di quattro anni "fuori contesto", una misura che colpisce condotte violente fuori dalle manifestazioni sportive. In pratica, considerato di "indole facinorosa", a Caravita la questura ha vietato di avvicinarsi agli stadi europei per «garantire la sicurezza delle manifestazioni sportive vietando l'accesso ai soggetti che hanno manifestato comportamenti violenti, a prescindere da dove questi abbiano manifestato la propria pericolosità».

Giovedì era stata negata, da parte del giudice per le indagini preliminari Guido Salvini, la richiesta di patteggiare una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione: il magistrato non aveva ritenuto la proposta congrua e proporzionata alla gravità dell'episodio. Lo stesso gip aveva poi disposto per Caravita gli arresti domiciliari.

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