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Morì a 21 anni nella sua cella di San Vittore, il gip: "Bisogna continuare a indagare"

Il caso di Alessandro Gallelli è stato più volte archiviato come "suicidio"

Non devono fermarsi le indagini sulla morte di Alessandro Gallelli, il 21enne trovato cadavere nella sua cella di San Vittore il 18 febbraio del 2012. Il decesso è stato più volte archiviato come suicidio ma il gip Domenico Santoro ha chiesto nuovi approfondimenti dopo che è stato aperto un nuovo fascicolo per "morte come conseguenze di altro delitto".

I pm hanno chiesto l'archiviazione del caso ma secondo il giudice per le indagini preliminari servono approfondimenti" sull'ipotesi "della natura preterintenziale (se non, a ben vedere, dolosa) dell'azione di terzi". Nelle scorse ore sono state accolte le richieste della famiglia rappresentata dall'avvocato Gabriele Pipicelli.

Chi era Alessandro Gallelli

Alessandro Gallelli nel era stato arrestato arrestato nell'ottobre del 2011 nell' ambito di un'inchiesta del pm Daniela Cento e su ordinanza firmata dal gip Micaela Curami. Al giovane venivano contestati 14 capi di imputazione per reati che vanno dalla violenza sessuale allo stalking. A gennaio il Tribunale del Riesame aveva respinto una richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla difesa, così come aveva fatto il gip in precedenza.

Il giovane, secondo quanto aveva dichiarato l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, aveva dichiarato ai famigliari di avere subìto violenze, ma il 21enne —secondo l'amministrazione carceraria — era detenuto nel Centro osservazione neuropsichiatrico, dove la sorveglianza è particolarmente stretta.

Sabato 18 febbraio 2012 Alessandro era stato trovato esanime nella sua cella: impiccato con una felpa.

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