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Cronaca Niguarda / Via Luigi Ornato

Seveso: trent'anni di esondazioni, i partiti smettano di litigare e accusarsi

Ventidue opere programmate da regione, provincia e comune entro il 2015: a che punto siamo? Nessuno lo sa. Ma i partiti polemizzano tra loro. Ed è l'unica cosa che non serve

L'umanità trae da sempre dall'acqua immensi benefici, ma - da sempre - deve fronteggiarne i pericoli, con tecniche e soluzioni a volte lunghe e costose. Ne sanno qualcosa i cittadini milanesi che vivono in periferia nord, soprattutto a Niguarda: 13 esondazioni del fiume Seveso dal 2010, ben 108 dal 1976. La più traumatica, quella del settembre 2010, quando l'acqua invase prima il cantiere della linea 5 del metrò e poi il tunnel della linea 3 bloccando la stazione di Zara per vari giorni. Qualcuno quantificò in 70 milioni di euro i danni.

Seveso, per Niguarda e dintorni, significa disagi, strade allagate, danni, linee del tram deviate, impossibilità a camminare per strada, lavoro straordinario di Amsa, vigili del fuoco, forze dell'ordine. Dove c'è un problema, i cittadini chiedono alla politica una soluzione. E - troppo spesso - dove c'è un problema, la politica litiga e non decide. Nel 2010, nei giorni del disastro, l'opposizione di centro-sinistra gridò al lassismo della giunta di Letizia Moratti, "rea" di non avere fatto nulla per impedire l'ennesima esondazione e, soprattutto, di non essersi immediatamente recata nei quartieri colpiti. Nel 2014, la maggioranza di centro-sinistra deve fare i conti con le stesse accuse, rivolte dall'allora maggioranza.

Sembra che l'esondazione del 25 giugno - con i piani di prevenzione attuali - non fosse evitabile. Il canale scolmatore Nord-Ovest che, a Senago, "preleva" acqua dal fiume per ridurne la portata, era aperto dalla sera precedente. Dunque una piena "straordinaria", secondo quanto riferito da alcuni consiglieri di zona 9 che - per vicinanza territoriale - spesso monitorano la situazione del fiume e forniscono preziose informazioni.

Evitabile o inevitabile l'esondazione, quello che il giorno dopo i cittadini vorrebbero evitare è assistere al nuovo-vecchio litigio tra fazioni politiche, mentre i progetti (dall'ampliamento dello scolmatore alla costruzione delle vasche di laminazione sempre a Senago) sono fermi, sia perché sembrano mancare i soldi, sia perché la politica litiga anche su questo.

Eppure salta fuori un documento (7 novembre 2013) firmato dagli assessori in regione (Viviana Beccalossi), provincia (Cristina Stancari) e comune (Pierfrancesco Maran) che mette nero su bianco una promessa: entro il 2015, entro Expo, saranno realizzate 22 opere per un costo totale di 112,8 milioni di euro già stanziati. Quattro di questi interventi riguardano il Seveso e uno di questi consiste nelle vasche di laminazione. I cittadini conoscono quel documento? Probabilmente soltanto in pochi. E a che punto siamo con le opere programmate?

I cittadini non sono interessati alla polemica politica, ma vogliono sapere a che punto siamo con queste opere. E - ne siamo certi - preferirebbero vedere i partiti e le istituzioni mettersi attorno a un tavolo, insieme, senza divisioni ideologiche, per produrre le soluzioni. Nessuno pretende che realtà grandi come Milano siano governate nella forma delle liste civiche tipiche delle piccole amministrazioni, trasversali ai partiti; ma che qualche volta i partiti mettano da parte la polemica e lavorino insieme, sì.

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