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Non si dimette Barbato, capo dei vigili, ma Sala sospende il giudizio

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Non si dimette - per ora - il comandante della polizia locale Antonio Barbato, nella bufera per una indagine (nella quale è stato sentito come persona informata e non in qualità di indagato) su un presunto pedinamento nei confronti di un vigile urbano.

Barbato, nel weekend, ha redatto una memoria difensiva scritta, che gli era stata esplicitamente chiesta dall'assessore alla sicurezza Carmela Rozza. I due si sono poi incontrati lunedì e, successivamente, Rozza ha riferito al sindaco Giuseppe Sala che alla fine ha preso la decisione: "girerà" la memoria scritta, e tutto il dossier, al Comitato per la legalità, la trasparenza e l'efficienza amministrativa, presieduto dall'ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo.

«Mi sembra doveroso fare ulteriori approfondimenti e il Comitato è il soggetto più indicato per avere un corretto quadro della situazione», ha dichiarato Sala: «Solo a valle di tutto ciò sarò in grado di valutare la posizione del comandante Barbato».

Pedinamenti, bufera sul capo dei vigili

Antonio Barbato è stato coinvolto in una inchiesta della Dda di Milano che il 15 maggio ha portato all'arresto di oltre dieci persone, ritenute referenti al Nord del clan catanese Laudani. A nominare Barbato (e anche il consigliere comunale di maggioranza, Lista Sala, Franco D'Alfonso) è stato Domenico Palmieri, ex sindacalista Uil arrestato sempre a maggio e considerato un "facilitatore" del clan.

Secondo l'accusa di Palmieri, Barbato sarebbe stato al centro di una offerta di "pedinamento privato" di un suo "nemico" personale. Diversa la storia per D'Alfonso, che avrebbe cercato voti in cambio di appalti sull'Idroscalo. Stando alle carte dell'inchiesta, Barbato e D'Alfonso sarebbero stati protagonisti di conversazioni intercettate da microspie ambientali in occasione di incontri con persone al centro delle indagini della Dda.

In pubblico, Barbato si è difeso spiegando di incontrare ogni giorno sindacalisti e aggiungendo di non essere a conoscenza delle attività "secondarie" degli stessi.

Barbato, posizione in bilico

Quella di Barbato è attualmente una posizione in bilico. Non solo per le ovvie accuse dell'opposizione, che ora vuole vederci chiaro, ma anche della stessa maggioranza. Sia Rozza sia Sala esigono chiarezza e il punto non è tanto un'indagine o meno a carico del comandante, ma l'onorabilità della funzione. 

«Scoprire che il comandante era propenso all'uso di agenti privati per indagare sui comportamenti di un dipendente comunale pone pesanti interrogativi e se, come pare, le indagini erano motivate da ragioni di tipo personale l'allarme aumenta», sono le parole di Anita Pirovano, capogruppo di Insieme X Milano, secondo gruppo di maggioranza dopo il Pd.

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