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Cronaca

Di Fazio, il manager accusato di violenza sessuale (forse seriale), non risponde al gip

I detective hanno lanciato un appello per cercare di raccogliere altre denunce

"È molto confuso e provato, non sta bene, io l'ho sempre conosciuto come una persona cordiale, onesta e tranquilla, poi non posso sapere se avesse una doppia vita, non è mai trapelato nulla a riguardo". A parlare è il legale di Antonio Di Fazio, Rocco Romellano. "Allo stato non siamo entrati nel merito delle accuse, che sono piuttosto gravi, approfondiremo e vedremo se chiedere un interrogatorio", ha detto l'avvocato visto che il suo assistito ha scelto di rimanere in silenzio davanti al gip.

La storia. Di Fazio, imprenditore farmaceutico 50enne, è finito in manette per i reati di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate nei confronti di una studentessa di 21 anni. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Milano. A portare a compimento l'arresto sono gli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia Milano Porta Monforte dei carabinieri. Gli stessi che dopo articolate attività d'indagine, coordinate dal Dipartimento Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli della Procura della Repubblica di Milano, procuratore aggiunto Letizia Mannella e sostituto procuratore Alessia Menegazzo, hanno ricostruito il quadro della violenza sessuale. 

In meno di 24 ore dalla diffusione della notizia dell'arresto, altre tre ragazze si sono fatte avanti per denunciare il manager di Global Farma. Anche loro potrebbero essere state narcotizzate e violentate dall'imprenditore 50enne, che nello smartphone conservava le fotografie di diverse donne nelle stesse condizioni della 21enne, come un bottino di guerra. 

Il modus operandi del manager accusato di violenza sessuale

Le giovani sono state ascoltate dal procuratore aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo, insieme ai carabinieri che conducono l'inchiesta. Per il momento i dettagli trapelati sono pochi ma i carabinieri sospettano che Di Fazio abbia applicato sempre uno "schema" simile a quello ricostruito nell'ordinanza firmata dal gip Chiara Valori: prima l'invito in azienda con l'offerta di uno stage formativo davanti ad altri fantomatici imprenditori, successivamente l'uso di tranquillanti sciolti nelle bevande. Infine gli abusi e le fotografie alle vittime, conservate come trofei. E proprio grazie a queste fotografie, trovate nel telefono del manager, i carabinieri avevano ipotizzato che ci fosse più di una vittima. Attraverso le analisi dei suoi device, inoltre, sarebbero state trovate altre immagini.

I detective hanno lanciato un appello per cercare di raccogliere altre denunce. I militari della Compagnia Monforte, coordinati dal capitano Silvio Maria Ponzio, invitano le eventuali vittime a contattare lo 02-62766501.

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