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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Dopo 26 anni di carcere torna libero Tonino il Napoletano: il boss ha confessato 59 omicidi

Antonio Schettini sarà presto un uomo libero. L'uomo che ha confessato 59 omicidi

Antonio Schettini, alias "Tonino il Napoletano", sarà presto un uomo libero. L'uomo che ha confessato 59 omicidi (37 eseguiti, gli altri ordinati o organizzati), il boss del traffico di droga lungo l’asse Milano-Lecco negli anni Ottanta e Novanta, a inizio del 2018 e da 60enne avrà finito di scontare la sua pena.

Dopo 26 anni di detenzione, quasi tutti in regime di 41 bis, sarà libero. Collaboratore di giustizia - così si spiega lo sconto della reclusione - Schettini era ai domiciliari già da quattro anni per motivi di salute con regolare permesso di uscire per andare al lavoro. Coinvolto nelle maxi indagini Wall Street e Count Down, Schettini finisce in cella nel 1992 per l’omicidio del narcotrafficante Alfonso Vegetti, a Cinisello Balsamo. Nel '94 inizia a collaborare con i magistrati e nel 2001 è fuori con altri 78 boss per un pasticcio della giustizia: erano scaduti i tempi di detenzione prima del processo di appello. Per Tonino il tribunale dispone il soggiorno obbligato a Pisa, ma nel giro di poco sparisce e la Squadra mobile lo riporta dentro. Gli agenti lo catturano inscenando un cantiere in autostrada, a Melegnano: per lui regime di carcere duro, 41 bis.

Antonio Schettini, nato a Napoli da una famiglia di ferrovieri, si trasferisce al Nord nel 1979. A Calusco d’Adda, sul confine con Lecco, apre il ristorante O’ Scugnizzo. Si affilia alla 'ndrangheta, si fa battezzare "picciotto" e finisce per passare dall'ala mite a quella esecutiva dell’organizzazione. Strangolamenti e agguati si susseguono per un decennio con la banda dei Trovato-Flachi che acquista potere, stringe patti e scatena la guerra contro i Batti, “colpevoli” di intralciare il loro dominio sugli stupefacenti. Un bagno di sangue, culminato, secondo i giudici, nell'esecuzione di Roberto Cutolo, figlio di Raffaele, il noto boss della camorra immortalato da Fabrizio De André in una celebre canzone. Era il 1990.

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