Apre il Cpr di via Corelli: già pronta la protesta contro la piccola Guantanamo di Milano
La rete 'Mai più lager - No Cpr' convoca per il 2 ottobre un presidio in Prefettura
"Il Centro di permanenza per i rimpatri di via Corelli apre oggi (lunedì 28 settembre, ndr) nel silenzio assoluto della Giunta di Milano e del sindaco Beppe Sala". A dare la notizia dell'inaugurazione è Rifondazione Comunista che insieme agli attivisti della rete 'Mai più lager - No Cpr' da due anni si battono contro quella che più volte hanno definito "la piccola Guantanamo di Milano".
Gli stessi che per venerdì 2 ottobre hanno convocato un presidio alle 18.30 davanti alla Prefettura. "Tutto il resto tace. La Milano senza muri - scrivono - vedrà così quello altissimo e invalicabile del Cpr dietro il quale cessano anche i diritti più elementari: contatti con l'esterno, possibilità di comunicare, tutela della vita e della salute".
Un centro riservato a chi non ha commesso reati
"Nemmeno a chi ha commesso i peggiori reati sono riservate condizioni di detenzione così dure. Nel centro di via Corelli - spiegano gli attivisti - saranno rinchiuse persone che non hanno un documento in regola e non hanno commesso reati". È il ministero dell'Interno l'incaricato di gestire il Cpr ma il Comune e il sindaco Beppe Sala possono comunque fare pressione politica per abolire i decreti sicurezza di Salvini e impedire l'apertura di strutture come quella aperta in via Corelli.
"Questa macchia - l'avvertimento dei cittadini che non ci stanno - peserà su chi nei prossimi mesi ci chiederà il voto antifascista, si proporrà come modello di accoglienza e argine alle destre. In piena continuità con le politiche razziste di Matteo Salvini la ministra dell'interno Luciana Lamorgese ha dato il suo assenso a questo scempio".
"Noi saremo - conclude la nota - in piazza venerdì 2 ottobre e chiamiamo tutte e tutti a battersi perché questo obbrobrio giuridico umano non veda la luce. Né a Milano né altrove".
In Italia ottenere lo status di rifugiato è diventato più complicato con i decreti Salvini. Un discorso che vale per i migranti che arrivano via mare e per gli stranieri che a un certo punto perdono il posto di lavoro e incontrano quindi difficoltà nel rinnovo dei permessi di soggiorno.