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Cronaca

Arrestato il manager della Bicocca: era stato nominato a settembre (ed era già indagato)

In manette un manager della Bicocca, nominato lo scorso settembre. Tutti i dettagli

Trenta agosto 2019, l'Università Bicocca risponde alle domande di MilanoToday e assicura: "Allo stato, effettuati tutti i controlli di legge, non esistono motivi giuridici ostativi all'attribuzione dell’incarico al dottor Massimiliano Di Bitetto". Venti novembre 2019, ottantadue giorni dopo per la precisione, la Guardia di finanza di Napoli scrive in una nota ufficiale che il "deus ex machina dell’intera organizzazione è un funzionario del Consiglio nazionale delle ricerche, Dott. Massimiliano Di Bitetto, divenuto anche Direttore Generale del predetto Consiglio". E ancora, sempre le fiamme gialle: sarebbe "lui il promotore e regista dell’intera organizzazione, con la collaborazione degli altri soggetti indagati, amministratori di società operanti nel settore delle consulenze ad imprese". 

Il Massimiliano Di Bitetto del 30 agosto e del 20 novembre è lo stesso: è il professionista che a fine agosto veniva nominato dirigente all'università Bicocca di Milano e che adesso è finito in manette insieme ad altre cinque persone - tutte ai domiciliari - con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al peculato, falso ideologico e materiale ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. 

Nei guai sono finiti tre funzionari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, tra cui proprio Di Bitetto, un commercialista e due consulenti esterni coinvolti, a vario titolo, nell'emissione di false consulenze a danno del Cnr, per un giro di affari stimato in oltre due milioni di euro. 

L'indagine sul Cnr

Le indagini - condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, guidato dal tenente colonnello Filippo D'Albore - sono nate dalla denuncia presentata dalla direzione generale del Cnr su segnalazione di un’integerrima funzionaria dell’allora Istituto per l’Ambiente Marino Costiero di Napoli, Iacm, che rientra proprio nel Cnr, in relazione ad alcune anomalie gestionali riscontrate presso l'Ente e riguardanti delle fittizie spese per consulenze assegnate a società con sede a Roma e Milano. 

"L’attività investigativa - spiega la Finanza - ha evidenziato come gli indagati avrebbero organizzato false gare allo scopo di simulare l’affidamento diretto di consulenze fittizie a società compiacenti, predisponendo la documentazione amministrativa prevista per la stesura dei contratti, compresi i preventivi di spesa". 

Le false fatture

In sostanza, stando alla ricostruzione delle fiamme gialle, gli arrestati avrebbero organizzato - ognuno con il proprio ruolo - false consulenze con società finte, oltre dieci quelle scoperte, per far sparire soldi dalle casse del Cnr. A capo del gruppo ci sarebbe stato proprio Di Bitetto, la cui figura viene ritratta dall'inchiesta come quella del "promotore e regista dell'intera organizzazione". 

Sarebbe stato lui, infatti, a gestire tutto: dalle istruttore per le consulenze alle assegnazione poi di quelle stesse consulenze, che chiaramente finivano alle società "amiche" che si occupavano - sulla carta - di "allocazione spazi interni, elaborazioni dati, studi ricerca, sviluppo software". 

Con questa tecnica - secondo quanto accertato dai finanzieri - tra il 2010 e il 2016 sarebbero spariti dal Cnr oltre 2,3 milioni di euro, con una serie di fatture che andavano dai 25mila ai 75mila euro ciascuna. 

Il caso Bicocca a Milano

Ma a Milano il nome di Di Bitetto era "famoso" già da un po'. L'ex direttore del Cnr - che nel 2017 si era dimesso dopo l'esplosione del caso Iacm - a settembre era infatti entrato in servizio all'ateneo Bicocca con il ruolo di capo area per "area infrastrutture e approvvigionamenti" dopo aver vinto l'apposito bando. 

Quella scelta era stata giudicata inopportuna dai sindacati, che avevano sottolineato come Di Bitetto fosse in quel momento indagato e che fosse già stato condannato definitivamente a febbraio del 2018 dalla Corte dei conti per alcune consulenze affidate all'esterno dal "suo" Cnr senza un reale motivo. 

Dalla Bicocca, però, era seguita una levata di scudi. "Allo stato, effettuati tutti i controlli di legge, non esistono motivi giuridici ostativi all'attribuzione dell’incarico al dottor Massimiliano Di Bitetto", avevano fatto sapere dall'Ateneo. Il dott. Di Girolamo, responsabile della Prevenzione della Corruzione e della trasparenza dell'ateneo, aveva invece preferito non fare dichiarazioni e si era limitato a far sapere ai sindacati di "aver proceduto, nei limiti di quanto previsto dalla L. 190/2012 e dalla Delibera Aanac n. 840/2018, ad un'attività di vigilanza sull'espletamento dei necessari controlli da parte degli uffici competenti, dando impulso all'esercizio di ulteriori verifiche che, ad oggi, hanno dato esito negativo".

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