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Cronaca

Rapinatore ricercato arrestato dalla polizia: tradito dall'«Accademia dei ladri» romeni

L'uomo deve scontare sette anni per rapina, sequestro di persona ed estorsione. Chi è

Il suo nome è comparso all'improvviso tra quelli di donne e uomini che la polizia stava già seguendo. Così, gli agenti hanno iniziato a interessarsi a lui - a quell'uomo che era descritto dalle autorità estere come una sorta di referente italiano del "clan" - e hanno scoperto che in realtà avrebbe dovuto trovarsi in carcere, dove lo hanno poi portato. 

Gli uomini della Squadra Mobile di Milano, guidati da Lorenzo Bucossi, hanno arrestato Giovanni Evangelista, trentanovenne originario di Reggio Calabria che deve scontare sette anni di carcere per un cumulo pene per rapina, sequestro di persona a scopo di rapina ed estorsione. 

Le strade dei poliziotti e di Evangelista si sono incrociate mentre gli agenti continuavano gli accertamenti sui quattro uomini della "Accademia dei ladri", la banda di cittadini romeni bloccati ad ottobre scorso un attimo prima che potessero rapinare una gioielleria di via Lupetta. Intercettando alcuni numeri telefonici collegati ai quattro rapinatori arrestati, i poliziotti hanno sentito ripetere più volte il nome "Gianni", considerato dagli stessi romeni un loro contatto in Italia. 

Qualche giorno dopo, la stessa polizia del paese dell'Est ha riferito ai colleghi italiani che con ogni probabilità quel "Gianni" era effettivamente il basista della banda, tanto che a febbraio 2017 Evangelista era stato fermato mentre si trovava in auto con uno della "accademia", in quel momento ancora libero. 

Indagando sul trentanovenne i poliziotti hanno però scoperto che su di lui pendevano due condanne per una rapina di maggio 2014 - aveva sequestrato l'autista di un tir, poi saccheggiato - e per un'estorsione del 2011 ai danni di un carrozziere portata a termine insieme a persone di spicco della 'Ndrangheta calabrese, tanto che gli era stata contestata l'aggravante dell'associazione mafiosa. 

A quel punto, la Mobile ha chiesto un mandato di arresto europeo e ha fatto scattare le manette per Evangelista, che si trovava proprio in Romania, paese di origine di sua moglie.

Le indagini dei poliziotti proseguono ora per cercare di mostrare che il trentanovenne - che si trova nel carcere di Rebibbia - era effettivamente il collegamento tra l'Italia e la Romania per quell'accademia criminale specializzata nel formare e istruire rapinatori da mandare poi in giro tra le città italiane

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