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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tunisia, arrestato il nipote di Amri: "Ho aiutato mio zio a fuggire con Telegram"

Il giovane ha confessato di avere supportato lo zio, dopo che questi lo aveva convinto ad unirsi all'Isis giurando fedeltà allo stato islamico

Dalla Tunisia potrebbe arrivare una svolta sulle indagini che riguardano Anis Amri, rimasto ucciso nel conflitto a fuoco con gli agenti di polizia Luca Spatà e Christian Movio a Sesto San Giovanni alle tre del mattino del 23 dicembre. La guardia nazionale tunisina ha infatti arrestato il nipote di Amri nell'ambito di una operazione per smantellare una cellula terroristica (composta da tre persone tra i 18 e i 28 anni) tra Fourchana e Oueslatia. Quest'ultima è la città d'origine di Amri, dove ancora vivono i genitori e i fratelli e le sorelle del terrorista. 

VIDEO | La promessa del terrorista: “Vi sgozziamo come maiali”

VIDEO TERRORISTA MILANO-2

Durante l'interrogatorio, il giovane ha confessato di avere aiutato lo zio Anis Amri nella fuga da Berlino, attraverso messaggi inviati con l'applicazione Telegram. E sarebbe stato proprio lo zio a convincere il ragazzo ora arrestato a giurare fedeltà all'Isis, inviandogli anche denaro per aiutarlo a raggiungerlo in Germania. 

Sparatoria a Sesto: ucciso il terrorista di Berlino (foto B&V Photographers)

Non è ancora chiaro se il giovane arrestato sarà in grado di aiutare gli investigatori a ricostruire con precisione le mosse del terrorista. Il percorso è già stato ricostruito: dalla Germania è passato in Francia e poi, a Chambery in Savoia, ha preso un treno per Torino. Da qui, dopo qualche ora, è partito per Milano e infine si è trovato a Sesto San Giovanni. Ma al di là del percorso restano evidenti "buchi". E' partito da solo? Apparentemente sì, a giudicare dalle immagini di sorveglianza nelle stazioni di Torino e Milano. Perché ha atteso quasi tre ore a Torino prima di ripartire per Milano? Perché ha scelto infine Sesto San Giovanni? Perché era fermo a Sesto davanti alla stazione? 

L'idea che si sono fatti gli investigatori è quella di una fuga solitaria senza un vero e sicuro "appiglio": probabilmente a Sesto cercava protezione o accoglienza nella "rete" delle sue conoscenze nordafricane, ma chi potesse eventualmente ospitarlo è ancora un mistero. Resta poi da capire se invece non intendesse "completare" il percorso di martire dello Stato islamico in Italia. 

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