rotate-mobile
Cronaca

Tangenti e corruzione in Atm, la furia del dg: "Ai due signori togliamo la carne dalle ossa"

Arrigo Giana, direttore generale di Atm, si dice "incazzato" e assicura provvedimenti duri

"Faremo di tutto per riprenderci tutto quello che dobbiamo, gli togliamo la carne dalle ossa". Niente fioretto, ma colpi di sciabola firmati Arrigo Giana, il direttore generale di Atm, l'azienda di trasporti pubblici meneghini che martedì mattina è finita al centro di un'inchiesta della guardia di finanza e della procura su un giro di presunte tangenti

Due i nomi di Atm finiti nelle carte dei magistrati: Stefano Crippa e Paolo Bellini, che - sempre secondo quanto finora accertato dall'indagine - avrebbe "pilotato" appalti in cambio di soldi. La Gdf, in una nota, parla di otto bandi finiti nel mirino per un giro di 150 milioni di euro. E Giana non usa mezzi termini per esprimere tutta la sua rabbia. 

"Se devo dare una valutazione personale di quello che è successo, dato che mi sento molto scosso è che siamo molto incazzati, è una cosa che getta discredito su un'azienda e su tutto il personale che ha dato il sangue per quest'azienda e su tutte le donne e gli uomini di Atm che lavorano in maniera disinteressata con un vero spirito di servizio", ha detto il numero uno della società di Foro Bonaparte in commissione mobilità trasporti martedì pomeriggio. 

"Discredito su chi si fa un mazzo tanto..."

"L'idea che queste due figure possano gettare discredito su 10mila persone che si fanno un mazzo tanto dalla mattina alla sera per garantire il servizio ai cittadini, mi fa arrabbiare e vi assicuro che l'azienda non lascerà niente di intentato - ha ribadito -. Se si confermerà la posizione di questi signori, faremo di tutto per riprenderci tutto quello che dobbiamo, gli togliamo la carne dalle ossa a questi due signori. Ve lo garantisco personalmente", ha proseguito. E ancora: "I due signori in questo momento sono sospesi dal servizio e dalla paga, nulla gli verrà più dato compresi gli emolumenti. Tutto è congelato e trattenuto in attesa di verificare l'entità dei danni che l'azienda dovrà subire per la condotta infedele di questi due signori. Atm è parte lesa e stiamo verificando come tutelare l'azienda con gli avvocati e come recuperare gli eventuali danni". Inoltre Giana ha spiegato che se verranno accertate le responsabilità di altre figure aziendali, "procederemo allo stesso modo: in prima battuta con la sospensione dal servizio e dalla paga e poi nel momento in cui l'azienda valuta e constata la violazione del codice etico o ancora peggio di comportamenti di rilevanza penale a danno dell'azienda procederemo con il licenziamento senza ombra di dubbio".

"Stiamo ricostruendo tutta la serie di passi, di questioni, anche relative alle gare che vengono citate nell'ordinanza giudiziale, e stiamo verificando il rispetto delle procedure previste per la gestione di ogni gara, andando anche a verificare se ci sono altre tematiche che non hanno rilevanza penale, ma che riguardano il codice etico nostro e l'organizzazione in cui operavano per verificare se ci sono ulteriori provvedimenti disciplinari che l'azienda deve prendere", ha continuato Giana. "Paolo Bellini - uno degli arrestati - si occupava di attività manutentive relative all'armamento, è un funzionario di quarto livello, una figura tecnica senza autonomi poteri di spesa e decisionali, non essendo un dirigente e non avendo nessuna delega o procura", ha specificato il dg di Atm. "Mentre Stefano Crippa, funzionario di grado ancora più basso, arrestato anche lui questa mattina, aveva la medesima attività nell'ambito delle ingegnerie manutentive. Erano le interfacce tecniche dell'azienda e come tali avevano contatti con le controparti tecniche dei fornitori. Apprendiamo dalla lettura dell'ordinanza che emerge una parte patologica dei loro rapporti con i fornitori. Il tema è l'approfondimento di quello che hanno fatto, lo stiamo facendo in queste ore, sulla base di quello che è scritto nell'ordinanza di cui siamo venuti in possesso qualche ora fa". 

L'inchiesta, gli arresti e le frenate

Lo stesso Giana ha poi fatto un rapido passaggio sulle frenate delle metro e sul loro possibile collegamento con l'inchiesta. "Non abbiamo trovato nelle carte una correlazione diretta tra le frenate brusche e i fatti spiacevoli di cui parliamo, per quello che abbiamo letto“, ha chiarito. 

“Il tema delle frenate brusche lo abbiamo affrontato da punto di vista prettamente tecnico perché tecnico è. Abbiamo coinvolto e in alcuni casi contestato ai produttori dei problemi tecnici a ciò che avevano fornito, e abbiamo intimato a questi signori di risolvere problemi tecnici, cosa che sta avvenendo rispetto ai tempi e ai modi previsti e anche sottoposti alla procura che si sta occupando di queste tematiche. Non erano - ha evidenziato il dg - problemi risolvibili in 15 giorni per la complessità tecnica notevole". 

"Tutto ciò che doveva essere fatto è stato programmato e fatto. Il tema delle frenate non ha alcune correlazione con tentativi di Bellini di cercare di turbare l’andamento della gara per cercare di trarre un vantaggio suo, ha a che fare con un problema tecnico che ha un origine non recente e - ha concluso il direttore generale - riteniamo essere in fase di soluzione”. 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tangenti e corruzione in Atm, la furia del dg: "Ai due signori togliamo la carne dalle ossa"

MilanoToday è in caricamento