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Cronaca

Truffa da 300 milioni, arrestati imprenditori e commercialisti: sequestrati yatch, ville e locali

Nei guai ventuno persone, accusate di una truffa da oltre 300 milioni di euro. L'operazione

Avrebbero costruito un consorzio di società per monopolizzare il mercato e muovere soldi "sporchi". Con quelle stesse società, poi, avrebbero fatturato lavori mai svolti e presentato bilanci falsi. Quindi, questa la stima degli investigatori, avrebbero truffato all'Erario italiano quasi trecento milioni di euro. 

Ventuno persone - tra imprenditori e liberi professionisti - sono stati raggiunti giovedì mattina da un'ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di aver truffato il Fisco. Cinque persone - tra cui due commercialisti - sono finite in carcere e altri dodici agli arresti domiciliari. Per quattro sono invece stati disposti l'obbligo di firma, l'interdizione per un anno dall'esercizio dell'attività professionale e il divieto di ricoprire ruoli direttivi in uffici e imprese.  

L'inchiesta della guardia di finanza - coordinata dai procuratori del tribunale di Milano, Giancarlo Gallo e Maurizio Ascione - ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di oltre cinquanta persone e ha coinvolto le province di Bari, Bergamo, Biella, Brescia, Caserta, Crotone, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Novara, Rimini, Roma, Savona, Taranto, Teramo, Torino, Venezia e Vercelli.

Come funzionava la truffa da 300 milioni di euro

I ventuno finiti nei guai, stando a quanto accertato dalle fiamme gialle, avevano creato un consorzio di aziende attive nel settore della macellazione delle carni. Il consorzio, però, sarebbe stato soltanto un modo per pulire capitali illeciti e conquistare una fetta gigantesca di mercato. 

Le società, infatti, scrive la Gdf, erano "intestate a meri prestanome" e proprio attraverso le ditte "venivano sistematicamente creati rilevanti crediti Iva fittizi, attraverso la presentazione di dichiarazioni annuali fraudolente e infedeli". 

Sequestrati yacht, auto di lusso, ville e locali

In questo modo, attraverso le false fatture e i falsi bilanci, il gruppo avrebbe messo in piedi una frode al Fisco dal valore di quasi trecento milioni di euro. 

Così, su richiesta del Gip di Milano, Guido Salvini, gli stessi finanzieri giovedì hanno sequestrato numerosi beni, in vista della confisca. I sigilli sono stati messi a ville di lusso, appartamenti, ristoranti, locali notturni, trentacinque auto tra cui numerose auto di lusso, due yacht, più di duecento compendi societari, conti correnti, disponibilità liquide, gioielli e sette cassette di sicurezza, per un valore complessivo di circa sessanta milioni milioni.

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