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Cronaca Corvetto / Via Sulmona

"Signor ladro, ridacci almeno le nostre foto". L'appello dei bimbi dell'asilo in Corvetto

Quattro furti in pochi mesi: e sparisce anche una macchina fotografica con le immagini dei piccoli. E l'asilo in via Sulmona dice basta, con una splendida lettera

Quattro visite dei ladri. Quattro volte la "casa" dei bambini violata, con furti che hanno portato via piccole cose utili, spiccioli e altri oggetti. Stavolta anche qualcosa di non acquistabile di nuovo: ricordi, preziosissimi ricordi. E un bimbo, aiutato dalle maestre, prende carta e penna (metaroficamente) per cercare di contattare il ladro (sempre più metaforicamente). 

L'appello dell'asilo milanese di via Sulmona (zona Corvetto) sta spopolando e commuovendo. "Caro ladro", inizia così la missiva. "Sono Flor e scrivo a nome di tutti i bambini della classe rossa dell'asilo Sulmona a Milano. L'altro giorno sei venuto a rubare nella nostra scuola. Probabilmente sei sempre lo stesso, perchè questa volta non ti sei preoccupato di aprire l'armadio della segreteria, perchè sai bene che non c'è più nulla dentro. Avete già portato via tutto quello che si poteva prendere. Le maestre non lasciano più nemmeno i soldi della gita a scuola, dopo che li avete portati via e non siamo più potuti andare in gita", chiosa lo scolaro. 

"Vedi caro ladro, noi siamo un'asilo di periferia, dove ci sono le case occupate e la polizia viene a fare gli sgomberi. So bene, caro ladro, che anche tu sei in difficoltà come le nostre mamme e papà. Magari anche tu sei un papà e hai un bambino come noi. E allora forse puoi capire un po' di più quello che ti sto per dire. Questa volta hai portato via quei pochi spiccioli della macchinetta del caffè e la macchina fotografica con le foto di noi bambini che sarebbero servite per raccontare ai nostri genitori, a fine anno, le tante cose che abbiamo imparato fino ad oggi. Lì dentro ci sono tutte le nostre emozioni, i nostri sorrisi, anche le nostre litigate di bambini piccoli, i musi lunghi ma anche gli abbracci", scrive sconsolato il piccolo. 

"Perchè noi bambini facciamo così: litighiamo ma poi facciamo subito la pace. Lì dentro, c'è lo stupore di un paio di forbici usate per la prima volta, l'incredulità di quando è venuto il mago a farci visita, la recita di quando noi bambini di razze e religioni diverse facevamo il girotondo attorno all'albero di Natale. Ci vogliamo tanto bene noi bambini. Non so perchè voi, quando diventate grandi, fate cose così brutte. In quella macchina fotografica c'è un pezzo della nostra vita, unico e irrepetibile perchè a 3 anni si imparano tante cose nuove che poi diventeranno normali", spiega. 

Infine l'appello per avere almeno indietro la memory card con all'interno le immagini: "Per favore caro ladro, restituiscici la nostra tesserina, lanciala magari in una busta nel giardino, ritrova un po' quel bambino che sei stato". Firmato: "I bambini della classe rossa".

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