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Cronaca Rozzano / Via Manzoni

Ragazza morì dopo un intervento, assolti i 4 medici dell'Humanitas

Dopo l'intervento chirurgico, infatti, la ragazza, sempre secondo l'accusa, ha cominciato ad avere forti dolori al torace e difficoltà a respirare

Sono stati tutti assolti, con formula piena, quattro medici che erano accusati di omicidio colposo in relazione alla morte per soffocamento di una donna di 27 anni. Secondo il pm di Milano Maurizio Ascione alla giovane, malata di tumore e ricoverata nel 2009 all'ospedale Humanitas di Rozzano (Milano), non sarebbe stato applicato, nel corso di un intervento, un sondino drenante per impedire il blocco dell'apparato respiratorio. Mercoledì 3 aprile, però, sono arrivate le assoluzioni.

In particolare, il collegio dell'ottava sezione penale di Milano, presieduto da Giuseppe Cernuto, ha assolto il chirurgo Vittorio Quagliuolo, difeso dagli avvocati Franco Rossi Galante e Roberta Guaineri, il chirurgo Pietro Bagnoli, difeso dai legali Luigi Isolabella e Guaineri, il radiologo Dario Poretti (sempre rappresentato dal difensore Guaineri) e un altro chirurgo, Angela Palmisano, difeso da Oliviero Mazza.

La giovane, A.G., "affetta da neoplasia gastrica", venne operata nell'estate del 2009 con una gastrectomia totale (intervento che prevede la resezione dello stomaco). Il pm sosteneva che i medici né nel corso dell'operazione né successivamente avevano applicato alla ragazza un sondino naso-digiunale all'altezza dell'esofago che, in questi casi, serve per drenare la bile e gli altri acidi dello stomaco, evitando che si accumulino nell'apparato respiratorio.

In particolare, secondo le consulenze disposte dalla Procura, il sondino sarebbe stato necessario nella fase post-operatoria. Dopo l'intervento chirurgico, infatti, la ragazza, sempre secondo l'accusa, ha cominciato ad avere forti dolori al torace e difficoltà a respirare. A quel punto, i medici, stando al capo di imputazione, avrebbero effettuato un "trattamento antibiotico inadeguato". La giovane è morta "per shock settico ed insufficienza respiratoria acuta" il primo luglio del 2009.

Una tesi però, quella della Procura, che è 'caduta' con le assoluzioni dichiarate dal Tribunale. L'istituto Humanitas di Rozzano aveva sempre espresso fiducia "nell'operato dei propri medici nella convinzione che abbiano fatto tutto ciò che fosse possibile per salvare la vita alla paziente". La paziente - aveva spiegato l'ospedale in una nota qualche giorno fa - "affetta da grave tumore gastrico, ha ricevuto le migliori cure possibili da una equipe di eccellenza chirurgica che ha fronteggiato tempestivamente anche una grave complicanza che si era manifestata dopo l'intervento chirurgico, peraltro tecnicamente riuscito. Purtroppo, nonostante tutti gli sforzi profusi - spiegava l'ospedale - la situazione si è aggravata fino al decesso. Quest'ultimo nulla ha a che fare con il mancato impiego del sondino gastrico".

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