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Cronaca

Ballerini italiani morti a Riad, il dolore del sopravvissuto: "Un giorno saprò perché..."

Le parole e il dolore di Luigi Allocca, ballerino milanese scampato alla tragedia di Riad

"L'unica cosa che riesco a ripetermi è che sono vivo". Luigi Allocca, ballerino milanese, è uno dei superstiti della strage di Riad, la capitale dell'Arabia Saudita teatro lo scorso venerdì di un incidente costato la vita a tre ballerini italiani. A perdere la vita erano stati Antonio Caggianelli di Bisceglie, 33 anni, Nicolas Esposto di San Giovanni Gemini, nell'Agrigentino, 28 anni, e Giampiero Giarri di Roma, 32 anni. I tre si trovavano insieme ad altri colleghi - tra cui Allocca - nel Paese arabo per esibirsi. Nel giorno libero avevano deciso di partecipare a una gita nel deserto ma le due auto su cui viaggiavano erano finite in una scarpata e per loro e altri due uomini non c'era stato nulla da fare. 

Nelle scorse ore lo stesso Allocca - che vive sotto la Madonnina - ha pubblicato su Instagram un post per raccontare l'accaduto e svelare il suo dolore. "Amici, colleghi, familiari, non trovo ancora le parole adatte e la forza necessaria per descrivere questo incubo. So quanta importanza ha questo post che sto scrivendo. So che mi leggerà tanta gente. So che la mia dichirazione è l'unica voce, insieme a quella di Giuseppe - un altro dei ballerini presenti - reale e vera. Non racconterò i dettagli dell'incidente. Le immagini che ho davanti agli occhi, i suoni che mi rimbombano nelle orecchie e le sensazioni provate in quelle ore diventano ogni giorno più chiare e rendono più difficile parlarne", ha scritto l'artista. 

"Questa tragedia lascierà un segno indelebile, cicatrici non sul corpo, cicatrici nell'anima. So che un giorno troverò il senso e il perché di tutto questo. Un giorno saprò perché ho dovuto vedere la vita di quattro splendide anime spegnersi davanti ai miei occhi. Saprò perché ho dovuto conoscere il mio istinto di sopravvivenza durato 5 ore in fondo a una fossa rocciosa di un deserto. Al buio, senza acqua, senza rete telefonica. Un giorno saprò perché ne sono uscito vivo - le parole, da brividi, del ballerino -. Volevo rassicurarvi sulla mia condizione fisica, talmente illesa a confronto di ciò che è successo. Giuseppe è in via di rirpesa. Diego è ancora in ospedale, sarà forte e siamo speranzosi che tornerà tra noi. Volevo ringraziarvi per l'infinità di affetto che ci state dimostrando. Così tanto da non riuscire a leggere tutti. Così tanto che non potete capire che grande aiuto nel vostro piccolo ci state dando. Il trauma dell'essere stati soli e abbandonati laggiù per tutte quelle ore senza sapere se ne saremmo usciti vivi o morti si sta alleviando grazie a voi. E almeno quello ce lo stiamo lasciando indietro". 

"Appena io e Giuseppe siamo usciti dall'ospedale abbiamo deciso di non parlare con nessuno, neanche tra di noi. Partiremo col parlarne ai nostri colleghi qui, che con immensa sensibilità stanno rispettando il nostro silenzio. Io parlerò con le famiglie delle vittime. Sono stato fino all'ultimo con Nicolas, Arneu, Giampiero e Antonio. È giusto e doveroso che le loro famiglie sappiano. Prestissimo torneremo in Italia e io non vedo l'ora di abbracciare chiunque - ha scritto Allocca -. Qui in Arabia i medici ci hanno seguito come meglio non si poteva fare. L'ambasciata italiana è stata al nostro fianco da subito. La Balich - la società che ha organizzato l'evento durante il quale dovevano esibirsi - si sta prendendo così tanta cura di noi che mi emoziona il solo pensiero di quanto ci sentiamo accuditi e protetti. Siamo fortunati ad avere loro al nostro fianco in questo momento. Lo psicologo che ci sta seguendo ci aiuterà ad uscirne il prima possibile". 

"Noi troveremo la forza giusta. Nessuno ti insegna a guardarti allo specchio e a come reagire pensando che sei un sopravvissuto. Ma impareremo a farlo. I nostri colleghi si esibiranno davanti a 50mila persone. So che lo faranno per noi, so che lo faranno per Arnau, Nicolas, Antonio e Giampiero. Io stringo i denti e guardo il soffitto in lacrime. L'unica cosa che riesco a ripetermi - ha concluso - è che sono vivo". 

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