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Cronaca

Affonda la barca di Guido Meda, l'incubo del giornalista: 'Mare in burrasca, poi è andata giù'

Il giornalista di Sky racconta l'incubo vissuto lunedì, quando la sua barca è affondata

Il mare che diventa sempre più grosso. La barca che inizia a riempirsi d'acqua e poi va giù. E l'unica scelta possibile: saltare e aspettare che arrivi qualcuno. 

Guido Meda, giornalista milanese vicedirettore di Sky, ha raccontato in prima persona l'incubo vissuto lunedì, quando la barca a bordo della quale si trovava insieme alla sua famiglia e ad alcuni amici è naufragata all'isola del Giglio. 

"Nessuno scoglio, nessun attracco fallito. Siamo naufragati in mare, mare grosso, appena fuori dalla Baia di Campese e al largo di cala Monella, mentre navigavamo piano con le onde di prua e con vento fortissimo, cercando di scappare da una burrasca non prevista da nessun bollettino e montata in pochi minuti - ha spiegato il 52enne, voce storica dei motori su Sky -. Il proprietario della barca che ci ospitava, un caro amico esperto e scrupolosissimo, ha fatto tutto per ottenere il meglio ed evitare il peggio".

"Non sappiamo ancora il perché, magari le onde, magari l’urto con un oggetto galleggiante, magari un motore, ma quando la barca ormai piena d’acqua è andata giù, l’abbiamo abbandonata. È un momento bruttissimo che capisco solo oggi e che non auguro a nessuno - ha ammesso Meda -. Ci siamo tenuti i ragazzi vicini, li abbiamo messi definitivamente in sicurezza, siamo stati uniti tra noi, ci siamo aggrappati a quello che c’era fino all’apertura della zattera autogonfiabile". 

Foto - La barca su cui si trovava Guido Meda mentre affonda

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"È durato poco, due minuti, uno forse, ma è sembrato moltissimo - ha raccontato il giornalista, ancoa visibilmente sotto shock -. Ci siamo issati lì e lì abbiamo aspettato fino a quando la lancia K4 di un’impresa privata di lavori marittimi - professionisti fenomenali il comandante e suo figlio, avvertiti da tre o quattro angeli custodi che per puro caso avevano visto la scena da terra - ci ha individuati ed è venuta a prenderci". 

"In questo caso è passato del tempo, che è sembrato molto ed è stato molto, in cui il mio amico ed io siamo rimasti in acqua cercando di spingere e stabilizzare la zattera a nuoto per evitare che le onde e il vento ci sospingessero verso terra, verso le rocce. Con quel mare lì, allora sì che sarebbe stato un guaio per le nostre famiglie. Confermo la tristemente nota, ma meravigliosa ospitalità della gente del Giglio, mentre del sindaco, di cui ho letto, onestamente non l’ho conosciuto". 

Quindi, alla fine i ringraziamenti e qualche frecciatina. "Grazie a tutti, a Ido e Leonardo, alla capitaneria, a Francesco, ad Angelo, a Paola e Andrea, a Cristiano, grazie anche a chi ha capito che certe volte scherzare male su cose così non è umano, che il cinismo da social davanti a certe situazioni è pattumiera. Chi non l’ha capito ha un problema lui. Io - ha concluso Guido Meda - sono orgoglioso della mia famiglia a cui auguro anni di anonimato digital social e mille milioni di miglia di crociera serena e senza burrasche improvvise. Un papà fiero".

Foto - La barca di Guido Meda dopo il recupero

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