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Cronaca

"Vi racconto il mio bel Fuorisalone in carrozzella"

Cafoni che parcheggiano sui marciapiedi, cavi, pizzerie senza accesso disabili: il "glam" del Fuorisalone visto da chi non può camminare

Il sito di approfondimento I Hate Milano dà spazio a una testimonianza "diversa" sul Fuorisalone milanese, appena concluso. 

La testimonianza di chi non può camminare ed è costretto a una sedia a rotelle. Il racconto è di Pierpaolo S. Nelle sue parole, sfumate da ammirevole ironia, nonostante non ci sarebbe nulla da ridere, un ritratto di una Milano ancora nel "medioevo" per quanto riguarda le barriere architettoniche. Dove il "glam" - "entità astratta" di questa allucinante intervista - non è per tutti. 

"Ieri mi sono fatto un giro per il Fuorisalone: bello, tanta gente in giro, tante mostre, si tante mostre, ma solo in una sono riuscito ad entrare, con un paio di impennate. Tutte le altre avevano gradini di accesso insormontabili, e le rampe neanche a pensarci: canaline passacavi che rendevano arduo persino transitare sul pubblico marciapiede! Chi ha detto ultimamente che Milano é accessibile? Non sarebbe stato il caso di obbligare all’accessibilità almeno le location di queste mostre?", scrive Pierpaolo. 

"Ed impedire loro, almeno, di creare ulteriori ostacoli? Beh, poi, dopo un aperitivo in zona, volevamo andare a mangiare una pizza a Brera, ma c’era un auto parcheggiata proprio davanti all’unica salita del marciapiede da cui si accede alla pizzeria scelta, e allora mi sono dovuto percorrere un intero isolato, in strada con la carrozzella, su un selciato disconnesso e pericolosissimo, che un paio di volte mi ha fatto incastrare i ruotini, ed in mezzo al traffico delle auto, senza le luci di segnalazione necessarie per essere visto (perché una normale sedia a rotelle non ne é equipaggiata, perché non dovrebbe aver bisogno di muoversi sulla pubblica strada)", continua.

"Arrivato finalmente alla pizzeria, ecco un bel gradone insormontabile (di rampe nemmeno l’ombra) - prosegue -: così, per entrare, mi hanno dovuto sollevare a braccia i miei amici. Dopo una giornata in giro sulla sedia a rotelle, ed un paio di birre, avevo l’esigenza di usare il bagno: la gioia per l’esistenza di un bagno per disabili non si è incrinata nemmeno quando hanno dovuto far alzare la gente, spostare un paio di tavoli, rimuovere il motore di un condizionatore che vi era stato stipato per farmi passare".

"Riconosco la disponibilità del personale ma spiace constatare che dal rispetto dei regolamenti siamo ancora molto distanti (ed evidentemente i controlli sono del tutto assenti) - conclude - . Ciliegina sulla torta, per concludere la mia giornata di “vita notturna milanese”, una bella caduta in mezzo alla strada in un attraversamento pedonale in piazza Cairoli, a causa del selciato sconnesso e delle rotaie del tram in rilievo, dovevo impennare ogni 20 cm, e la brevità del tempo concesso ai pedoni forse non é adeguata alla lentezza di un percorso accidentato in carrozzella: per velocizzarmi ho impennato un po’ di più, e mi sono ritrovato sdraiato in mezzo alla strada. Un elogio ai ragazzi che hanno assistito alla scena e sono subito corsi a fermare il traffico e ad aiutarmi a rimettermi in sella. Oggi, a mente fredda, il pensiero di vivere in una citta ancora molto arretrata riguardo alle esigenze di accessibilita mi rimbalza di continuo nella mente. Mentre il dolore della caduta mi sta già rovinando la giornata... ".

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