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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Terrorismo, confermato l'ergastolo per Battisti. Ma potrà chiedere permessi premio

La decisione della corte d'appello. La difesa ricorrerà in Cassazione: vuole la commutazione in 30 anni di reclusione

Confermato l'ergastolo per Cesare Battisti, ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo arrestato a gennaio 2019 in Bolivia, dopo 37 anni di latitanza, ed estradato in Italia (si trova in carcere a Oristano). La corte d'appello di Milano ha confermato la pena definitiva, respingendo la richiesta di commutare l'ergastolo in 30 anni di reclusione avanzata dai legali di Battisti. 30 anni che si sarebbero poi tradotti in meno di 21 considerando anche la reclusione già scontata.

Video: gli ultimi istanti della latitanza di Battisti

Tuttavia Battisti potrà chiedere i benefici usuali, come i permessi premio, quando avrà scontato i primi 10 anni, cioè fra circa 3 anni e mezzo, avendo già un passato di recluso per oltre 6 anni. Secondo i magistrati d'appello, Battisti non ha mostrato la volontà di accordarsi per l'estradizione fuggendo dal Brasile, dove per anni si era nascosto, e cercando di far perdere le sue tracce in Bolivia. 

Dopo Battisti: gli altri terroristi latitanti all'estero

Il legale di Battisti è intenzionato a ricorrere in Cassazione per cercare di ottenere comunque la commutazione della pena. L'ex militante del Pac è stato condannato per quattro omicidi commessi alla fine degli anni '70, per i quali aveva sostanzialmente sempre negato il coinvolgimento durante la latitanza salvo ammetterli non appena giunto in Italia

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Gli omicidi sono quelli dell'agente di custodia Antonio Santoro (Udine, 1978), dell'agente della Digos Andrea Campagna (Milano, 1978), del gioielliere milanese Pierluigi Torregiani (1979) e del commerciante e militante del Msi Lino Sabbadin (Mestre, 1979).

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