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Cronaca Città Studi / Via Giovanni Paisiello

Beni confiscati alla mafia: nasce una ciclofficina

E' in via Paisiello (zona Gran Sasso): i ragazzi del carcere minorile Beccaria impareranno i segreti della riparazione delle biciclette

Nello stabile confiscato alla mafia di via Paisiello 5 (zona Abruzzi-Gran Sasso) nasce la "Ciclofficina Zona Loreto": qui, grazie alla presenza costante di un Maestro biciclettaio, l'Associazione Gruppo volontari A.G.V.Onlus insegnerà a ragazzi provenienti dall’area del disagio, in special modo dal carcere minorile Beccaria, l’arte della riparazione delle biciclette.

I ragazzi saranno monitorati da operatori del comune durante tutto il loro percorso di reinserimento nella società. «È molto positivo che un bene tolto alla mafia diventi uno strumento per sostenere percorsi di legalità e progetti utili per il futuro dei giovani milanesi», si legge in una nota di Marco Granelli (assessore alla sicurezza), Pierfrancesco Maran (mobilità) e Pierfrancesco Majorino (politiche sociali).

A Milano i beni confiscati e poi riassegnati sono complessivamente 161: sono stati destinati ad associazioni del terzo settore e del volontariato e utilizzati per numerose e diverse attività di sostegno alla persona e promozione della socialità: assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, laboratori di quartiere per giovani, abitazioni per famiglie in difficoltà, negozi solidali, spazi per iniziative culturali.

Nel mese di aprile si svolgerà l’edizione 2016 del Forum delle Politiche Sociali: durante questa edizione del Festival il comune consegnerà le chiavi di tre beni, due al Centro Ambrosiano di Solidarietà (Ce A. S.) e uno alla Fondazione Padri Somaschi Onlus, che saranno destinati all’accoglienza di donne maltrattate e vittime di violenza.

Secondo l’ultimo dato pubblicato dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati (30 settembre 2015), sono 17.577 gli immobili sequestrati e 3.187 le aziende confiscate in Italia: la Lombardia è quinta con 1.266 immobili dopo Sicilia (6.916), Campania (2.582), Calabria (2.449) e Puglia (1.665); è quarta invece nella classifica delle aziende con 286 attività sequestrate e confiscate, dopo le 1.148 della Sicilia, le 529 della Campania e le 315 della Calabria.

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