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Sabato, 20 Aprile 2024
Il braccio di ferro

I benzinai (per ora) non arretrano: sciopero di due giorni in programma

Se martedì al tavolo tecnico sul settore non si riparte dal decreto "pasticciato" sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, le tre sigle di categoria avvertono che lo stop "sarà confermato"

Lo sciopero dei benzinai per mercoledì 25 e giovedì 26 gennaio, per il momento, resta in piedi. Non ci sono buone premesse per una revoca della protesta. Anche se il sottosegretario al ministero dell'Economia e Finanze Federico Freni, ospite di Restart su Rai2 ha detto che "sullo sciopero dei benzinai una mediazione si troverà". 

Se martedì al tavolo tecnico sul settore non si riparte dal decreto "pasticciato" sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti, le tre sigle di categoria - Fegica, Figisc Confcommercio e Faib Confesercenti - avvertono che lo stop "sarà confermato". La categoria si sente "criminalizzata" e la notizia dell'indagine dell'Antitrust su alcune compagnie petrolifere che non avrebbero vigilato sui prezzi applicati alla pompa risultati in molti casi più alti di quelli pubblicizzati, stando alle rilevazioni della Guardia di finanza, non aiuta a rasserenare il clima.

Le tre associazioni di categoria vogliono che l'incontro di martedì si apra proprio con il riesame del decreto, in particolare dei due punti che contestano: l'obbligo di esporre un nuovo cartello con i prezzi medi regionali che porta a una "giungla inutile e non corretta" di cartelli e l'inasprimento "inaccettabile" delle sanzioni "sproporzionate e che non fanno deterrenza" con il rischio di risoluzione di contratti da parte delle compagnie e chiusura di aziende. L'avvio dell'incontro sarà dunque dirimente.

"Prenderemo le decisioni conseguenti", annuncia la Faib, ricordando che al centro della piattaforma sindacale "rimane la lotta alla diffusa illegalità fiscale e contrattuale, che si stima sia superiore ai 13 miliardi l'anno. Non è ammissibile che oltre la metà della rete carburanti sia condotta in modo illegale, con ampio ricorso a fenomeni di caporalato petrolifero e che oltre il 30% dell'erogato sia in evasione iva quando non anche di accise".

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