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Cronaca

"Berlusconi ha pagato gli avvocati alla Minetti e alle gemeline"

Dopo la notizia dei bonifici alla Minetti e alle De Vivo, che sarebbero serviti per pagare gli avvocati, i pm di Milano chiedono che i documenti relativi siano acquisiti agli atti del processo

La procura di Milano vuole che i bonifici di cui si è saputo in questi giorni, quelli con cui Berlusconi ha girato una grossa quantità di denaro sui conti della Minetti e del padre delle due gemelle De Vivo, vengano acquisiti agli atti del processo contro Fede, Mora e la stessa Minetti.

E' stato il pm Antonio Sangermano, che rappresenta la pubblica accusa insieme a Pietro Forno, a illustrare la richiesta venerdì mattina ai giudici, che si sono riservati di prendere una decisione entro la prosssima udienza. Sangermano ha parlato di bonifici "altamente indizianti", segnalati come "anomali" dalla Banca d'Italia. Le difese si sono opposte.

Ci sarebbe la somma di 100mila euro a beneficio di Nicole Minetti, ricevuta il 22 giugno 2011 dal consigliere regionale: il giorno successivo la Minetti ha effettuato poi un totale di 87mila euro di versamenti su conti correnti di tre studi legali che la seguivano. "Prestiti trasparenti per far fronte a esigenze personali", ha spiegato il consigliere regionale. E ci sarebbe un totale di 72mila euro da Berlusconi a Enzo De Vivo, padre delle due gemelle che partecipavano ai "festini" di Arcore. Il 1 luglio 2011 parte (da un conto corrente di Berlusconi) la somma di 42mila euro per Enzo De Vivo, con la causale "regalia", a cui fa seguito un altro bonifico (30mila euro) il 7 ottobre. Per la Minetti, invece, il 14 ottobre 15mila euro con la causale "prestiti infruttiferi", e un mese dopo (senza causale) altri 40mila euro.

Nicolò Ghedini difende le operazioni: "Si tratta di somme erogate palesemente tramite bonifici bancari, tutti tracciati". Secondo Ghedini non c'è nulla di scandaloso se imputati e testimoni hanno rapporti economici. Il legale di Berlusconi ricorda che ciò accade ad esempio quando un'azienda è in causa con suoi dipendenti, o nel caso in cui i testimoni facciano parte della famiglia. E poi aggiunge: "Berlusconi ha ritenuto di aiutare, in totale trasparenza e proprio mediante palese bonifico bancario, delle persone che, a cagione del clamore mediatico creato su inesistenti vicende processuali, stanno vivendo momenti di grande difficoltà familiare, professionale ed economica. Nulla quindi di men che lecito".

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