Giallo a tinte forti a Paullo. Si chiama Biagio Carrato il 70enne di origini salernitane che è stato trovato senza vita nella Muzza lo scorso lunedì: un tecnico ha notato il suo corpo affiorare nei pressi della centrale idroelettrica della Levata. L'uomo, residente a Settala, era scomparso da sabato. Al rientro a casa la moglie, uscita per qualche commissione, non l'aveva più trovato. Ed era stata allertata la protezione civile per il suo ritrovamento. 

L'uomo non stava bene di salute. Era in dialisi da diverso tempo. Ma nessuno - soprattutto in famiglia - pensa che avrebbe potuto suicidarsi. Nessun segnale lo lasciava presagire. Tra le altre cose, sul suo corpo sono state trovate diverse fratture ossee: potrebbero essere state provocate dal braccio meccanico che pulisce le griglie della centrale elettrica, sempre in funzione, dove è stato ritrovato. Ma sarà l'autopsia a stabilire se le ossa si sono rotte prima o dopo il decesso. 

Tutti a Settala stimavano e apprezzano l'anziano. Tutti, però, sapevano del suo passato: Carrato, sul finire degli anni Ottanta, era stato arrestato per una brutta storia di cocaina a Milano. E aveva avuto altri problemi con la legge. Il debito con la giustizia era stato saldato, e da tanto tempo non aveva avuto più nessun problema. Anzi. Era conosciutissimo per l'impegno con il quale si dedicava al "viver civile" della piccola comunità milanese (aiutava i vicini per i piccolo lavoretti in casa, per esempio). 

Le indagini sono state affidate ai carabinieri della compagna di San Donato. Starà a loro capire se la morte di Carrato sia stata una tragica fatalità - una passeggiata dove è scivolato nel canale ed è annegato -, un suicidio oppure, peggio, un omicidio. Rimane il dubbio della grande distanza (quasi tre chilometri) tra la Muzza e Settala.