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Cronaca Ponte Lambro / Via Carlo Parea

Bimba morta di stenti in casa: "La mamma non giocava mai con lei"

Il dolore dei vicini per la morte della piccola Diana

Una donna schiva, mai particolarmente sorridente con la sua piccola. Mai troppo "coinvolta" nel rapporto con la sua bimba. È il ritratto che i vicini di casa fanno di Alessia Pifferi, la 37enne arrestata giovedì con l'accusa di omicidio volontario della figlioletta Diana, di 18 mesi. Stando a quanto ricostruito dalle indagini, la donna avrebbe lasciato la bambina in casa da sola per sei giorni per stare con il suo fidanzato in provincia di Bergamo. Mercoledì mattina, al ritorno, avrebbe trovato la piccola ormai senza vita, con ogni probabilità morta di stenti.

Nel condominio di via Parea in cui si è consumato il dramma qualche residente ha legato con dei nastri bianchi dei palloncini. Vi si leggono messaggi d'addio: 'Ciao Diana', 'Piccolo angelo'. Lì in pochi hanno voglia di parlare. Di certo non la madre di Alessia, che un tempo viveva con lei prima di trasferirsi in Calabria. Al primo piano, la casa in cui la piccola viveva con sua madre, sul filo per stendere i panni ci sono ancora ad asciugare i vestiti rosa e un bavaglino di Diana. 

Nella stessa palazzina, spiegano i vicini, abita l'ex marito di Alessia, da cui era separata da tre anni, che si adopera con qualche 'lavoretto' nel vicinato. "Non era una mamma buona, non giocava mai con lei, non la portava a passeggio. La teneva sempre nel passeggino", racconta una vicina. "Era una persona un po' schiva non dava molta confidenza", le fa eco un uomo che abita a poca distanza nella stessa via.

Alessia - che non aveva mai avuto guai con la giustizia, né risulta in cura per problemi psichici - ha spiegato agli investigatori di non sapere chi sia il papà della bimba e che già in passato più volte aveva lasciato la piccola da sola in casa, anche se per meno giorni. "Sapevo che poteva andare così", avrebbe confessato agli agenti. Ora è in carcere a San Vittor.

Il Pm di Milano Francesco De Tommasi le ha contestato due aggravanti: futili motivi e premeditazione. Secondo l'accusa la donna non avrebbe avuto scrupoli nel lasciare la piccola da sola all'interno dell'abitazione pur sapendo che sarebbe potuta morire di stenti. Tra le esigenze cautelari contestate, inoltre, c'è il pericolo di reiterazione del reato: la 37enne è ritenuta una persona pericolosa.

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