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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Neonata rischia di morire sul volo per Milano: salvata da un medico a bordo e dal pilota

La piccola, con una malformazione cardiaca, è stata salvata dalla professionalità di un medico, dalla bravura di un pilota e dall'amore e la solidarietà dei passeggeri. La storia

Il suo "destino" - la parola usata dal suo salvatore - forse era davvero scritto. Forse era già stabilito che sulla sua strada avrebbe trovato un medico preparato e un pilota eccellente. E forse era già deciso che loro due, insieme, avrebbero compiuto un miracolo. 

Perché oggi è solo grazie a un miracolo che Amina - bimba tunisina di dieci giorni nata con una malformazione al cuore - è ancora viva. 

È il 6 marzo scorso: la piccola è con mamma e papà su un aereo Tunisi-Malpensa perché i genitori hanno deciso di farla operare al Policlinico San Donato per permetterle di avere una vita normale. Con sé ha soltanto due bombole d'ossigeno, che le permettono di respirare, e ha il tempo contato. 

Racconta Sara Bettoni sul Corriere della Sera

Ha un biglietto per viaggiare sullo stesso aereo Alessandro Frigiola, primario proprio in quell’unità d’eccellenza. "Prima di arrivare in aeroporto sono stato avvisato del caso — racconta il professore, 75 anni —. Ho risposto: «Se ci sarà bisogno, darò una mano»".

E il bisogno di "una mano" c'è eccome. Perché l'aereo accumula prima quattro ore di ritardo, poi un'altra ora e mezza e Amina si ritrova senza ossigeno. Dopo alcune chiamate al consolato e agli ospedali di zona, il medico e i genitori della piccola riescono a trovare altre due bombole, che però dureranno soltanto per novanta minuti, mentre il tempo di viaggio previsto è di cento. 

"Finalmente alle 15.30 siamo partiti" racconta il primario al Corriere, ma il tempo è davvero poco. Così, il medico interviene una seconda volta e va dal pilota e lo implora: "Deve accelerare il più possibile perché non c’è tempo, vada più veloce". 

I problemi, però, non sono finiti. La temperatura della bimba scende vertiginosamente e a bordo non ci sono gli strumenti necessari per tenerla sotto controllo. Così, il dottor Frigiola - che non si è allontanato un secondo dalla sua piccola paziente - scende di nuovo in campo: "Sono tornato dal comandante e gli ho fatto alzare al massimo il riscaldamento - spiega -. Gli altri passeggeri sudavano, ma ho spiegato loro perché lo abbiamo fatto e nessuno ha protestato, anzi...". 

Il miracolo alla fine si avvera: le donne e gli uomini a bordo sopportano il caldo e stanno vicini alla famiglia di Amina in ogni modo, il dottore tiene la neonata sotto controllo e il pilota in 85 minuti porta il suo aereo a Malpensa.

Il resto è "normalità": il giorno dopo la bimba viene operata dal dottor Mario Carminati, che apre la valvolina chiusa del cuore di Amina permettendo ai suoi polmoni di ricevere il sangue dal ventricolo destro. 

"Abbiamo fatto il destino di Amina — il grido di gioia di Frigiola —. Senza la nostra esperienza sarebbe stato difficile salvarla". 

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