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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Cassano d'Adda

Gioca in una bisca clandestina in un bar a Monza, imprenditore vittima di estorsione

I carabinieri della compagnia di Cassano d'Adda hanno fatto scattare le manette per padre e figlio: accusati di estorsione, usura e per il giovane anche rapina

Una partita persa a carte e un debito di gioco non onorato che da seimila euro, giorno dopo giorno, manche dopo manche, è cresciuto fino a sfiorare i quarantamila. Dopo le ripetute minacce e le ritorsioni che da un anno subiva la vittima però ha deciso di denunciare.

E’ stato così, in seguito alla segnalazione di un imprenditore del settore edile di trentatré anni, che i carabinieri di Melzo hanno iniziato a indagare su quanto avveniva in un bar a pochi passi dalla stazione a Monza.

In accordo con i militari, la vittima si è data appuntamento con l'aguzzino in via Mosè Bianchi fingendo di voler onorare parte del debito: lo scorso nove settembre il trentatrenne ha consegnato duemila euro in contanti e per il titolare, sessantasei anni, con un vecchio precedente penale alle spalle, sono scattate le manette con l’accusa di estorsione e usura.

Nel bar i carabinieri hanno rinvenuto mille e ottocento euro in contanti, un’agenda, un registro, mazzi di carte e alcune fiche da gioco. Nei guai poi è finito anche il figlio trentottenne del titolare che insieme alle accuse di usura ed estorsione dovrà rispondere anche di rapina: in un’occasione, infatti, ha malmenato la vittima e ha derubato l’uomo del portafogli. L'uomo ha precedenti per reati contro la persona.

Sono ancora in corso alcuni accertamenti da parte dei militari per fare chiarezza su quanto avveniva all’interno del locale e sui giocatori che frequentavano la “bisca”.

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