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Gli arresti

Droga, kalashnikov e business: blitz contro la 'ndrangheta a Milano

Sono 13 le persone coinvolte. In particolare Davide Flachi, figlio di Pepé Flachi (il noto boss) e Franco Terlizzi (ex Isola dei Famosi)

Armi da guerra, droga e affari sporchi. Attorno a questi assi ruota l'indagine che ha portato finanzieri dei Comandi provinciali di Pavia e Milano - insieme a militari dello Scico di Roma - ad arrestare 13 persone ed eseguire un sequestro preventivo d'urgenza nei confronti di due attività imprenditoriali nel Milanese. Durante il blitz e le perquisizioni, realizzati su tutto il territorio regionale della Lombardia martedì mattina, sono stati usati anche gli elicotteri della finanza.

Video: il blitz con elicotteri e gli arresti

Per la procura della Repubblica di Milano, le 13 persone coinvolte sono indiziate di appartenere a un'associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegali di armi. Tra i fermati ci sono Davide Flachi e Franco Terlizzi (chi è), ex pugile e pr dell'Hollywood, passato alla ribalta delle cronache per aver partecipato negli scorsi anni all'Isola dei Famosi.

Il figlio del boss della 'ndrangheta in Comasina

La complessa attività investigativa, denominata “Metropoli – Hidden Economy”, è stata coordinata dalla Dda milanese e condotta dai nuclei di polizia economico-finanziaria di Milano e Pavia, con il supporto del servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma. L'indagine ha consentito di ricostruire le attività illecite di un'associazione criminale che si dedicava al traffico di cocaina, hashish e marijuana e all'intestazione fittizia di beni, avente al vertice Davide Flachi, figlio dello storico esponente apicale di un sodalizio di 'ndrangheta del quartiere Comasina di Milano, Pepé Flachi. 

La carrozzeria e il negozio di articoli sportivi

Le investigazioni economico-finanziarie hanno permesso di ricostruire i flussi di danaro e rilevare come una carrozzeria, utilizzata dagli indagati anche per la riparazione di auto in danno di istituti assicurativi, e un negozio di articoli sportivi, entrambi ubicati nella provincia di Milano e formalmente intestati a prestanome, fossero in realtà riconducibili all’indagato principale.

La droga in Svizzera e i kalashnikov

Le indagini hanno portato alla luce l'esistenza di diverse rotte per comprare e vendere lo stupefacente, con sequestri effettuati anche in territorio svizzero, episodi estorsivi nei confronti dei clienti morosi e un traffico di armi anche da guerra, quali mitragliatori kalashnikov riforniti da cellule calabresi e balcaniche collegate.

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