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Cronaca Rho

Bimbo picchiato e insultato a scuola per tre anni: indagati quattro bulli, hanno tredici anni

I tormenti sono iniziati nel 2013, quando lui aveva dieci anni. I bulli sono compagni di scuola

Per lui quella scuola era diventata un inferno. Un martirio continuo testimoniato dagli occhiali rotti, dai segni su braccia e gambe e da quelle felpe sporcate con disegni osceni che spesso era costretto a portare a casa. Un incubo che lui, nonostante i suoi dieci anni, ha sopportato per mesi, anni, trovando soltanto la forza di sfogarsi con sua mamma, che con l’aiuto degli agenti del Commissariato di Rho Pero ha posto fine a tutto. 

Quattro ragazzini di tredici anni sono stati formalmente indagati per il reato di “atti persecutori” per avere - secondo le ricostruzioni della polizia, accolte in pieno dalla procura della Repubblica - perseguitato un compagno di classe loro coetaneo. 

Teatro dell’orrore, da settembre del 2013, è stato l’istituto comprensivo “Tommaso Grossi” di Rho, frequentato sia dalla vittima che dai suoi “aguzzini”. I tormenti sono iniziati praticamente subito, dalle prime settimane della I media. 

I quattro bulli, secondo quanto accertato dai poliziotti, lo insultavano con parole come “scemo, handicappato, figlio di prostituta, finocchio” e lo colpivano ripetutamente, quasi ogni giorno, con schiaffi e pugni al volto e sui fianchi. A volte, per rendere l’umiliazione più pesante, i quattro arrivavano a costringere la vittima a toccare i loro organi genitali davanti a tutta la classe. 

E ancora, ricostruisce il commissariato come in un atroce diario, gli “aguzzini” in “altre occasioni inviavano messaggi alla madre della vittima dal cellulare di quest’ultimo con scritte delle bestemmie” o “si divertivano a disegnare figure oscene sulla felpa” del “ragazzino con un pennarello”.

Le minacce, le botte, avvenivano sempre davanti a tutta la classe, che si chiudeva a riccio come a voler difendere i bulli, mentre i professori - sottolinea la polizia - si limitavano a dire alla vittima di “non accettare provocazioni e di ignorare gli insulti”, nonostante i quattro continuassero a distruggergli gli occhiali o a nascondergli i vestiti. 

Proprio agli insegnati si era rivolta la madre della vittima, insospettita da alcuni lividi sul corpo del figlio e da un suo comportamento stranamente più aggressivo. Alcuni professori, dopo l’allarme lanciato dalla donna avevano compreso il problema e prestavano più attenzione, altri le riferivano - scrive il commissariato - “che erano solo ragazzate”. 

Disperata, ad ottobre del 2016 la mamma del bimbo ha quindi deciso di formalizzare una dettagliata denuncia al commissariato di Rho Pero. A quel punto, i poliziotti hanno documentato gli abusi e hanno identificato i quattro bulli, tutti ancora oggi sotto i quattordici anni. 

Nonostante l’età li renda non imputabili, agenti e procura della repubblica hanno deciso di iscriverli formalmente nel registro degli indagati per atti persecutori. 
 

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