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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Brera / Via Fatebenefratelli

Milano non ha dimenticato Luigi Calabresi

Si è svolta nella mattinata di martedì in questura a Milano la cerimonia in occasione del 50esimo anniversario dall'omicidio

Milano non ha dimenticato Luigi Calabresi. Si è svolta nella mattinata di martedì 17 maggio nel cortile della questura la cerimonia in occasione del 50esimo anniversario dall'omicidio del commissario di polizia freddato fuori da casa da esponenti di Lotta continua. Alla commemorazione hanno preso parte la vedova Gemma Capra, i figli, le massime autorità delle forze dell’ordine e delle istituzioni regionali e comunali. Alla deposizione delle corone in memoria di Calabresi, ai piedi del busto a lui dedicato nel cortile del palazzo, è seguita la deposizione delle corone sulla facciata esterna di via Fatebenefratelli dove è apposta la targa che ricorda le vittime dell'attentato terroristico del 17 maggio 1973 che causò 4 morti e oltre 50 feriti.

"Io amo questo posto dove Gigi ogni mattina veniva a lavorare. Usciva di casa con il sorriso con la gioia perché lui amava il suo lavoro, lo svolgeva con passione, quasi come una missione", ha ricordato Gemma Capra raccontando che "dopo le manifestazioni di piazza si dilungava a parlare con i giovani fermati per capire il perché di tanta rabbia e violenza. Qualche volta passavo a trovarlo e lui sempre mi faceva visitare la Questura, mi presentava i colleghi e tutte le persone che incontravamo. Era la sua seconda casa. Sono 50 anni che passo qui davanti, a volte in macchina, allora rallento, guardo, e saluto il busto. A volte a piedi e allora sbircio la vita che si respira qui, le persone che entrano ed escono perché io insieme a lui mi sento di appartenere a questo luogo - ha proseguito la vedova - Sono passati 50 anni e Luigi Calabresi lo abbiamo sempre portato con noi perché la memoria deve andare avanti. È stato impegnativo perché ci siamo dedicati a rendergli giustizia. Non solo nelle aule dei tribunali dove abbiamo atteso fiduciosi la verità, ma ci siamo dedicati a ripulire la sua memoria dal fango gettato dalle calunnie e dalle campagne politiche di stampa degli anni Settanta". Al termine del suo intervento, la vedova ha voluto ringraziare tutti perché "oggi finalmente l’immagine di Luigi Calabresi nel Paese corrisponde a quello che lui era veramente: una persona onesta, appassionata che amava il suo lavoro. Oggi arrivata a questo punto della mia vita provo un senso di serenità".
 
Al termine della cerimonia anche il giornalista Mario Calabresi ha ricordato suo padre: "Ho due tipi di ricordi: quelli personali, di famiglia e poi i ricordi di tutto quello che c'è stato raccontato. Proprio due giorni fa ho incontrato una persona per strada, un ragazzo che mi ha detto che era del Movimento Studentesco e che incontrava mio padre quando andava fuori dall'università a parlare con gli studenti per via delle occupazioni. Mi ha fatto piacere perché mi ha detto che era un uomo di dialogo - ha proseguito -. Questi anni non sono passati invano, 50 anni sono tanti e questa deve diventare una cosa della storia, non più della cronaca. Però il dato importante di questi cinque decenni è che la figura di mio padre è ripulita e intorno a lui c'è serenità. Nei confronti degli assassini di mio padre, mia madre ha fatto un percorso di perdono: io ho fatto un percorso di pacificazione e ho imparato a non coltivare la rabbia".
  
"Per noi della Polizia di Stato e le forze dell’ordine, il commissario Calabresi è un uomo di grande valore che ha fatto il suo dovere fino alla fine, anche sotto il peso dell’odio e delle calunnie che lo hanno portato ad una fine tragica", ha detto il capo della Polizia Lamberto Giannini al termine della cerimonia.

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