Campo rom di Muggiano: pieno di rifiuti, bonifiche da 600 mila euro
Scoppia la polemica: secondo una parte del centrodestra, non è uno sgombero ma uno spostamento in altri luoghi
Muggiano il giorno dopo: la parte più difficile non è stata lo sgombero dei circa cento rom accampati in due diverse aree, ma la pulizia delle aree stesse, dove i dimoranti avevano accumulato ogni genere di rifiuti in quantità decisamente "importanti". La stima della bonifca - riferisce il Corriere - parla di circa 600 mila euro, che è praticamente un "record" tra i campi rom milanesi.
Nel quartiere gli insediamenti sono più d'uno, da quello autorizzato di via Martirano ai due sgomberati il 17 settembre. Ne restano altri ancora, motivo per cui i residenti sono ancora in "allarme sicurezza". Ma torniamo alle due aree. Una delle due è di proprietà di chi ci abitava: l'amministrazione comunale - per intervenire - ha dovuto emanare un'ordinanza sull'igiene. Data l'assenza di fognature, non si tratta di una "scusa".
La polizia locale e l'Amsa hanno trovato di tutto: dai camioncini arruginiti o mezzi bruciati a letti, sedie, gabinetti, frigoriferi e quant'altro. Si tratta di "resti" di furti oppure di riciclo di materiali. Intanto la politica ha già iniziato a litigare sulla destinazione delle persone sgomberate.
Su 100, una trentina abbondante ha ricevuto accoglienza nel centro di via Lombroso e in un altro spazio nella zona della stazione centrale. Per Riccardo De Corato (Fratelli d'Italia) questo basta a definirlo "non uno sgombero ma uno spostamento". A giudizio dell'ex vicesindaco, i rom (quantomeno quelli accolti in strutture) continuano ad essere "mantenuti" dalla collettività, dai contribuenti. La pensa così anche Giulio Gallera (Forza Italia), secondo cui il comune non fa che "spostare i rom da un posto all'altro". Manfredi Palmeri (Polo dei Milanesi) si preoccupa invece degli altri, quelli che non sono stati accolti da nessuna parte. "I conti - e ricordiamoci che si parla di persone - non tornano. Sulla base del comunicato del comune, la destinazione di queste persone è sconosciuta per l'80%".
"Non vorremmo vi sia, come effetto, un mero trasferimento diretto, indiretto o peggio ancora surrettizio della questione in modo non strutturato e gestito", conclude Palmeri. Una parte del centrodestra (Fi, Fdi e Lega Nord) pensa dunque che i rom sgomberati non vadano posti in altri luoghi ma debbano essere semplicemente allontanati da dove stavano; un'altra parte (Polo Milanesi) pensa invece che sia un errore che la maggioranza degli sgomberati vaghi per la città senza che si sappia. La logica vorrebbe proprio questo: come si è visto sia in anni passati sia nel 2014 (anno "nero" delle occupazioni abusive in case Aler), sgomberare senza programmazione significa creare ulteriori problemi - magari di stampo diverso - in altre zone della città.
Il comune di Milano si trova dunque da un lato a dover giustificare l'accoglienza, dall'altro a fronteggiare nuove occupazioni, soprattutto in altre aree dismesse come il caso di via Adriano 60 ha dimostrato. Una ex scuola abbandonata, diventato rifugio di senzatetto di varia natura.