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Cronaca

Iza, la cantante stroncata dall'eroina: fermato il suo pusher. L'ultima notte insieme, poi la morte

La polizia ha individuato lo spacciatore che riforniva di eroina Iza, 27 anni, mezzosoprano georgiana che si manteneva con lavori alla pari a Milano

Morire di overdose da eroina a 27 anni, a Milano, nell'appartamento in cui viveva e lavorava come ragazza alla pari, accudendo i due figli dei datori di lavoro. Senza che nessuno si fosse accorto che aveva problemi di droga, comprese le due famiglie (la prima a Poasco, frazione di San Donato; la seconda appunto a Milano) presso cui lavorava. Con una carriera da cantante lirica davanti a sé. Tanto che, sulle prime, gli investigatori della questura, coordinati dal pm Paolo Storari, non si sono concentrati sull'eroina, nonostante l'evidenza dei lacci emostatici nella sua camera da letto dell'appartamento di via Mauro Macchi dove viveva e lavorava. Ma poi, con gli esami tossicologici e i primi riscontri sul cellulare della ragazza, tutto è stato chiaro.

Mentre le analisi confermavano che Izabel Kavtaradze, mezzosoprano georgiana di 28 anni, era effettivamente deceduta - il 30 marzo 2019 - per una overdose da eroina, le tracce sul suo Whatsapp evidenziavano febbrili contatti, soprattutto negli ultimi 15 giorni, con un numero specifico, e un chiaro appuntamento tra i due la sera del 29 marzo, con i numeri in "avvicinamento" nella zona di via Macchi.

Fermato il pusher

Le indagini hanno avuto una conclusione il 17 giugno, quando - dopo avere raccolto numerose prove - è stato fermato per spaccio di droga - e indagato per morte a causa di un altro reato - Mohamed Kargbo, 37enne della Sierra Leone, fornitore di fiducia dell'eroina che Iza consumava due o tre volte alla settimana. I due, peraltro, avevano anche una relazione di carattere sentimentale, seppur recente. Si tratta di un uomo con un solo precedente per ricettazione, che pare sia la sua attività principale: tanto che, intercettato, per una quindicina di giorni non accenna mai alla droga ma solo a cellulari rubati in zona corso Como da "piazzare". A tal punto che gli agenti cominciano a pensare che lui non c'entri con l'eroina che ha ucciso Iza.

Poi, però, ascoltano una sua telefonata con un nigeriano, nella quale si lamenta con l'interlocutore della pessima qualità della "brown" che quello gli sta dando negli ultimi tempi: «Finisce che devo andarla a prendere a Rogoredo», si lamenta, "certificando" così di essere anche pusher di eroina e, indirettamente, che nel boschetto la purezza è migliorata nel tempo; ma anche che l'eroina che lui aveva a disposizione non era proprio di ottima qualità.

Gli investigatori di via Fatebenefratelli riescono ad identificarlo quando una palestra della zona della Stazione lo chiama per chiedergli di andare a saldare il conto. Gli agenti chiedono in palestra e ottengono un nome. Lo cercano sui social e negli archivi: ha solo un precedente per ricettazione e alloggia in un hotel a 2 stelle della zona. Ha base in Stazione Centrale, lato McDonald's, ed è piuttosto "atipico": vestito sempre casual con capi di marca, non tocca gli stupefacenti ma ha a disposizione una decina di vedette che lo "assistono" nello spaccio e lo avvisano se la polizia compare in zona.

La polizia stringe il cerchio

Durante l'osservazione dell'attività di spaccio di Mohamed, gli agenti intercettano un suo fornitore di cocaina, con tanto di appuntamento in piazza della Repubblica. Fermato, il fornitore si ribella e viene arrestato per resistenza (rilasciato, accuserà Mohamed di averlo incastrato). Poi gli agenti individuano un collaboratore a cui Mohamed ha ordinato di recuperare droga nascosta in un'aiuola di via Andrea Doria. Anche in questo caso l'intervento della polizia vanifica il recupero dello stupefacente da parte del pusher (eroina e cocaina in un involucro). 

Mohamed inizia a sentirsi perseguitato dalle forze dell'ordine. E probabilmente non capisce nemmeno perché. Inizia a pianificare la fuga passando da Cremona, ma la mattina del 17, poco prima di prendere un treno per quella città, viene fermato dagli agenti nell'hotel in cui pernotta abitualmente. Ammette di conoscere Iza ma nega di spacciare droga, anche di fronte all'evidenza. Ma dal suo cellulare emerge un rapporto pressoché quotidiano con la georgiana, da qualche mese, e soprattutto negli ultimi quindici giorni di vita della giovane.

Relazione anche sentimentale

I due non hanno soltanto un rapporto pusher-cliente, bensì anche una relazione, seppure da poco più di un mese. Di fatto la ragazza trascorrre i weekend in albergo da lui. Dalle conversazioni su Whatsapp, negli ultimi giorni sembra che lei sia concentrata soprattutto sul procurarsi l'eroina. Sempre dai messaggi si capisce che, la sera del 29, i due si sono incontrati in hotel, che dista poche decine di metri da via Mauro Macchi, motivo per cui la cella del cellulare della ragazza non cambia. Iza consuma sicuramente eroina in stanza, poi - verso le due e mezza di notte - fa ritorno a casa, dove le tracce dicono che ne consuma dell'altra. Viene trovata morta il giorno seguente. La sua vita spezzata - diranno le analisi - da overdose di eroina. 

A Milano da ottobre 2018, Iza ha avuto due datori di lavoro, sempre come ragazza alla pari che, in cambio di ospitalità, accudisce i figli. Ed entrambe le famiglie parlano bene di lei ai poliziotti, tranne due episodi isolati: quand'era ancora a Poasco, un sabato sera è tornata molto tardi da Novara, dove si recava per incontrare un altro pusher (che però non tratta eroina ma solo marijuana e hashish, di cui è certo che Iza fosse consumatrice assidua), accampando un ritardo dei treni. E a Milano, in via Mauro Macchi, la padrona di casa una giorno ha trovato del "trita-erbe" nella sua camera da letto, che evidentemente serviva per la marjiuana. Nient'altro che facesse sospettare qualcosa, e soprattutto un comportamento impeccabile con i figli delle due coppie che l'hanno ospitata.

Nessuno sapeva

Anche gli amici georgiani non hanno mai immaginato che Iza fosse diventata consumatrice di eroina. Le amiche palermitane (prima sua tappa in Italia, dall'estate del 2018) la descrivono come una ragazza timida, che solo in una occasione (una festa) ha chiesto dell'anfetamina spiegando che in Georgia è normale consumare questa sostanza durante le feste. E un amico georgiano spiega alla polizia di averla vista, in estate, con la felpa a maniche lunghe nonostante facesse caldo, e molto dimagrita. Dettagli che potevano far pensare a un consumo di eroina, magari per via endovenosa. 

Ma Iza non pare si bucasse troppo spesso. Due, massimo tre volte alla settimana. Una periodicità che non inficia necessariamente la possibilità di condurre una vita "normale". Su Facebook aveva scelto "butter.fly" come url del suo profilo, sicuramente per evocare la celebre Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Dopo il diploma al conservatorio di Tbilisi, capitale della Georgia, era venuta in Italia, destinazione naturale di tutti i cantanti lirici del mondo; a Milano perfezionava i suoi studi e intanto si manteneva con i lavori alla pari, in cambio di vitto e alloggio. Una vita normale, appunto. Senza destare alcun sospetto.

Una vita spezzata, però, forse da una dose eccessiva di eroina (le analisi parlano di questo), forse anche dal pessimo "taglio". Mohamed, intercettato, ha riferito a un suo interlocutore che Iza, «la mia ragazza», era morta. E, come abbiamo detto, si lamentava della qualità dell'eroina che ultimamente gli era stata fornita. Probabilmente sospettava, temeva, che fosse deceduta proprio per il "taglio". 

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