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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Pieve Emanuele

Marijuana coltivata a livello industriale in tre capannoni alle porte di Milano: sei arresti

Ai clienti la banda forniva un assaggio e gli vendeva la droga mai meno di un chilo per volta

Tre capannoni trasformati in vivai per la marijuana, uno di loro a Pieve Emanuele, alle porte di Milano. I poliziotti della squadra mobile di Pavia hanno eseguito sei misure cautelari (cinque in carcere) nei confronti di altrettanti pregiudicati di origine albanese accusati di far parte di una banda che coltivava in modo industriale e a ciclo continuo marijuana, che poi vendevano all’ingrosso. Lo ha riferito in una nota la questura pavese, spiegando che l’inchiesta è partita nell’ottobre scorso a seguito di una segnalazione su una coltivazione di cannabis in un cascinale abbandonato nelle campagne di Villanterio (Pavia). Qui gli agenti hanno trovato un vero e proprio vivaio professionale con centinaia di piante di marijuana.

I successivi accertamenti hanno permesso di individuare altri due capannoni che erano stati attrezzati con vivai simili: il primo sempre a Villanterio e il secondo a Pieve Emanuele (Milano). Centinaia di lampade collegate abusivamente alla rete elettrica pubblica permettevano il riscaldamento delle piante, mentre attraverso delle cisterne veniva garantito l’approvvigionamento idrico. A vigilare sulle coltivazioni, c’era un sofisticato sistema di videosorveglianza con telecamere e “foto trappole” che il gruppo poteva controllare anche da remoto.

Marijuana coltivata in maniera industriale nel Milanese

I sei indagati sono tutti residenti nel Milanese e con precedenti penali e di polizia. “Il promotore ed organizzatore dell’attività criminale si occupava di individuare e realizzare i vivai; due fratelli provvedevano alla materiale e giornaliera gestione dei vivai, al raccolto, essiccazione e imbustamento delle infiorescenze che man mano maturavano; un 48 enne era impiegato per la gestione delle produzioni all’interno dei vivai; una donna di 26 anni partecipava alle operazioni di imbustamento, pesatura e conteggio dei profitti delle vendite, nonché al controllo delle coltivazioni con la videosorveglianza e un ragazzo di 24 anni si occupava infine di procacciare gli acquirenti, fornendo le dosi di prova ed effettuando le successive cessioni”.

Ai clienti la banda forniva un assaggio e, ricevuto l’ordine, gli vendeva lo stupefacente mai meno di un chilo per volta. Nel corso delle indagini, tre acquirenti sono stati arrestati in flagranza nell’hinterland Milanese e nel Lodigiano permettendo così di sequestrare oltre 10 kg di marijuana. L'”erba” veniva venduta ad un prezzo che variava da 3,5 a 5 euro al grammo e le successive analisi effettuate hanno appurato un indice di Thc molto elevato. Gli arrestati sono stati reclusi nel carcere di Pavia.

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