rotate-mobile
Cronaca

Stilista morta: negata la nuova perizia sul decesso, l'ex fidanzato chiede rito abbreviato

La richiesta avanzata dalla procura è stata dichiarata inammissibile, il gup ha valuterà la richiesta dell'ex fidanzato

Non ci sarà nessuna nuova perizia medico legale per accertare le cause della morte della stilista 37enne Carlotta Benusiglio, trovata impiccata con una sciarpa ad un albero, in piazza Napoli a Milano, il 31 maggio 2016. Lo ha deciso il gup del tribunale di Milano, Raffaella Mascarino, che nella giornata di martedì 6 luglio ha dichiarato inammissibile la richiesta presentata nei giorni scorsi dalla procura di Milano attraverso la pm Francesca Crupi.

Non solo, Marco Venturi (ex fidanzato accusato di aver ucciso la donna) ha chiesto il processo con rito abbreviato. Il giudice si è riservato di accettare la richiesta e ha fissato tre udienze: il 20 settembre, il 4 e 5 ottobre prossimo.

All'inizio di marzo la Procura di Milano aveva chiesto di processare con l'accusa di omicidio Venturi, fino ad ora rimasto libero. L'istanza era stata trasmessa dal pubblico ministero Francesca Crupi (che aveva ereditato l'inchiesta dall’ex collega Gianfranco Gallo) all’ufficio del giudice per le indagini preliminari considerando necessario il vaglio di Raffaella Mascarino. L'arresto di Venturi era già stato chiesto dal pm Gallo, ma venendo rifiutato per tre volte, rispettivamente da un gip, dal tribunale del riesame e infine dalla cassazione. Il fidanzato della vittima è accusato anche di stalking e lesioni contro la donna, commessi tra il 2014 e il 2016.

La vicenda giudiziaria è piuttosto complessa. Secondo le indagini coordinate dal pm Gallo, l'uomo sarebbe responsabile di atti persecutori e di omicidio della sua ex compagna, con tanto di "messinscena" del suicidio nei giardini di piazza Napoli. Ma, nel mese di aprile del 2020, il gip di Milano aveva negato l'arresto per l'uomo. Il pm si era dunque rivolto al Riesame che, però, aveva confermato la decisione del gip, ritenendo che l'episodio andasse classificato come suicidio.

Di qui il nuovo ricorso del pm, stavolta in Cassazione. Ma il supremo grado di giudizio lo ha ritenuto inammissibile. Successivamente la pm Francesca Crupi aveva deciso di non archiviare definitivamente l'indagine confermando la tesi accusatoria nei confronti di Venturi e chiedendone un rinvio a giudizio.

La ricostruzione della procura

Venturi, secondo la ricostruzione del pm Gianfranco Gallo, è accusato di aver ucciso la fidanzata "per futili motivi, con dolo d’impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio" e quindi strangolandola. Ad aggravare ulteriormente la situazione ci avrebbe poi pensato la "sindrome di Eagle", la patologia rara di cui soffriva Carlotta che colpisce i legamenti del collo, tanto che sarebbe - scrive ancora il pm - "deceduta subito dopo per asfissia meccanica da strangolamento". 

Soltanto a quel punto il fidanzato - sempre stando alle ricostruzioni del procuratori - avrebbe simulato "una impiccagione sospendendo parzialmente" con la sciarpa il cadavere ad un albero nei giardini di piazza Napoli. Quando il corpo era stato ritrovato, infatti, la pista più battuta era stata proprio quella del suicidio, tanto che lo stesso Venturi era stato semplicemente ascoltato come persona informata dei fatti. Con il passare dei mesi, poi, la sua posizione si era aggravata e l'accusa, dopo la seconda autopsia, era diventata di omicidio. Secondo il terzo grado di giudizio però le prove di colpevolezza sono insufficienti.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stilista morta: negata la nuova perizia sul decesso, l'ex fidanzato chiede rito abbreviato

MilanoToday è in caricamento