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Cronaca Dergano / Viale E. Jenner

Carne di maiale e scarti venduti come Halal, la denuncia islamica

Un pull di esperti sulla sicurezza alimentare, interno all'Authority italiana, sta conducendo una ricerca, per il momento circoscritta al territorio della Lombardia

In 220 macellerie di Milano, su 300 controllate, si venderebbero carne spacciata per "Halal" ma in realtà si tratterebbe di scarti di carne di macelli e di carne non conformi alla religione islamica. Lo denuncia Halal International Authority (Hia), unico organismo italiano, membro del World Halal Food Council, riconosciuto a livello internazionale da enti governativi e non,in grado di certificare a livello mondiale prodotti agroalimentari e servizi secondo gli standard islamici, che ha sede a Milano e Bari.

Un pull di esperti sulla sicurezza alimentare, interno all'Authority italiana, sta conducendo una ricerca, per il momento circoscritta al territorio della Lombardia e poi estesa in tutta Italia, e dai dati raccolti finora si ipotizza che le carni potrebbero contenere tracce di dna di maiale oppure potrebbero essere macellate secondo un rituale non islamico.

"In Lombardia da tempo - si legge in un comunicato dell'Hia - si verificherebbero numerose anomalie nella commercializzazione e nella vendita di prodotti Halal e gli esercizi commerciali dove si registrerebbero le irregolarità maggiori sono soprattutto le macellerie".

L'indagine è stata avviata dopo la denuncia di sospetti in tal senso fatta nell'ambito dei lavori del World Halal Food Council Europe, ovvero il Concilio europeo sul cibo Halal, che si è svolto il 2 marzo scorso a Milano.

La scoperta fatta a Milano arriva dopo gli scandali emersi nelle scorse settimane in Gran Bretagna e in Norvegia, "dove le autorità competenti - si ricorda nella nota dell'Hia - hanno rilevato tracce di dna di carne di maiale rispettivamente in salsicce di pollo Halal (servite in almeno una scuola elementare di Londra) e in prodotti commercializzati da venditori di Kebab".

"Il fenomeno - evidenzia il presidente di HIA Sharif Lorenzini - non va trascurato, anzi è necessario che ciascuno, autorità preposte e istituzioni nazionali, faccia la sua parte per impedire che tutto questo non ricada con pesanti conseguenze in termini etico-morali sui circa 2.000.000 di musulmani residenti in Italia". Le verifiche stanno interessando sia i produttori che le aziende dedite alla commercializzazione, punti vendita al dettaglio inclusi, che dichiarano di essere in possesso di prodotti Halal.

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