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Cronaca

Malati e parenti a Milano, ecco le case d'accoglienza

Si tratta di strutture economiche che offrono alloggio per i malati che vengono a curarsi a Milano e i loro parenti. Ora il comune le mette "in rete"

Come fanno i malati (e i loro parenti) che vengono a curarsi a Milano da tutta Italia? Numericamente si tratta di molte persone, perché l'eccellenza sanitaria cittadina fa da "calamita". Spesso si tratta però di restare a Milano a lungo: se ci si dovesse rivolgere agli alberghi, si andrebbe a spendere molto.

E' per questo motivo che, in città, esistono numerose strutture di accoglienza dedicate proprio a questa particolare categoria, i "migranti sanitari". In tutto i posti letto sono circa un migliaio e si tratta di strutture piuttosto economiche, fino a 20-25 euro per notte per persona (ma spesso anche la metà). Di solito funziona il passaparola, ma negli ospedali si possono reperire gli elenchi a disposizione dei malati e dei loro familiari.

Ora il comune di Milano intende creare una "rete" per facilitare lo scambio di informazioni, con il progetto "A casa lontani da casa", grazie a cinque associazioni no profit: Prometeo, Lega italiana lotta contro i tumori, associazione volontari ospedalieri, CasAmica e associazione Marta Nurizzo.

Il progetto prevede un portale internet per chi cerca questo tipo di alloggi, un numero verde (800.161.952) e la guida cartacea messa a disposizione delle Asl e degli Urp degli ospedali. Il comune di Milano metterà a disposizione un bene confiscato alla mafia.

"Con questo progetto – ha dichiarato l’assessore alle politiche sociali Pierfrancesco Majorino – Milano diventa più aperta, accogliente e ospitale. Le degenze dei pazienti che vengono da fuori città sono spesso prolungate, soprattutto per le problematiche onco-ematologiche e riabilitative, e richiedono periodi di ricovero alternati a brevi dimissioni. In queste situazioni è indispensabile offrire ai parenti e agli accompagnatori, ma talora agli stessi pazienti, soluzioni abitative vicine agli ospedali, confortevoli ed economiche. Il Comune fa la sua parte mettendo a disposizione un bene confiscato alla mafia. L’obiettivo è rendere più dignitosi ed efficaci i percorsi di cura".

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