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Cronaca

La Cisl: "Troppo poche le case popolari in Lombardia"

Allarme del sindacato, che chiede a tutti (governo e enti locali) di cambiare passo. "I soldi si recuperino dalla lotta all'affitto in nero". Domanda in aumento per molti fattori, dagli stranieri ai single

La casa non è solo un problema milanese. Così almeno pensa la Cisl, che ha incaricato il Politecnico di condurre una ricerca il cui risultato parla chiaro: nel 2018 in Lombardia mancheranno circa 420mila case popolari a canone sociale e circa 147mila a edilizia convenzionata. Sarà invece in surplus l'edilizia libera.

Secondo il sindacato ciò è dovuto ai piani urbanistici dei comuni, che hanno previsto un eccesso di edilizia libera per un mercato che langue. La punta della domanda di canone sociale è a Milano e in Brianza, dove nel 2018 soffrirà di quasi 200mila alloggi a canone sociale in meno rispetto alla domanda, e circa 50mila a canone convenzionato.

Secondo Gigi Petteni, segretario generale Cisl Lombardia, il governo e gli enti locali devono "cambiare il passo. A tanta domanda di case popolari non si risponde con i soli fondi immobiliari. Le risorse si possono trovare impegnando le maggiori entrate erariali derivate dalla lotta all'evasione fiscale nel settore". La ricerca mostra inoltre che lo scioglimento di unioni familiari, la tendenza a vivere da soli, le necessità degli studenti fuori sede, la condizione degli anziani soli e l'aumento degli stranieri sono tutti fattori che incidono sulla richiesta di abitazioni a canone calmierato.

"Occorrerebbe recuperare aree industraili dismesse, su cui la regione potrebbe stabilire obblighi di cessione gratuita di quote da destinare all'abitativo sociale", ha dichiarato Pierluigi Rancati del Sicet Lombardia. "Per non parlare dei 'vuoti urbani', come caserme, scali ferroviari, aree industriali dismesse"".

 

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