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Cronaca

Case popolari e morosità incolpevole, la regione al comune: "Basta scorciatoie"

Chi viene sfrattato dagli alloggi privati dopo avere perso il lavoro e non aver più potuto pagare l'affitto rischia di restare senza casa fino a fine 2014

Vieni sfrattato dal tuo proprietario di casa perché non puoi più permetterti di pagare l'affitto e non sei molto avanti nella graduatoria delle case popolari? Se vivi a Milano, da luglio a dicembre 2014 potresti correre il serio rischio di non poter accedere ad uno strumento teoricamente possibile secondo la legge, ma per il quale la regione Lombardia non ha accordato al comune di Milano una semplice concessione: quella di aumentare - dal 25 al 50% rispetto al totale assegnazioni - quelle in deroga alla lista d'attesa.

Eppure - complice la crisi economica - i casi di "morosità incolpevole", come vengono chiamati in politichese da tutti (compresa la Lega Nord, il cui assessore regionale Paola Bulbarelli ha firmato il diniego), sono in costante aumento. Funziona in modo drammaticamente semplice: perdi il lavoro, smetti di pagare l'affitto perché non riesci più a "starci dentro", prima o poi ti arriva lo sfratto esecutivo e l'ufficiale giudiziario. A quel punto scatta la procedura di deroga alle liste d'attesa.

Il comune di Milano, però, ha già di fatto esaurito - per il 2014 - queste assegnazioni. Che non devono superare il 25% del totale. Palazzo Marino aveva chiesto alla regione di accordare un aumento della quota al 50%, ma la regione ha detto di no. Perché?

"La regione ha finanziato il comune per 6,6 milioni e l'Aler per 5,8 milioni, in modo da rimettere a norma rispettivamente 700 e 400 case sfitte. Fanno in tutto 1.100 alloggi che, entro la fine del 2014, verranno ridati ai milanesi", spiega la Bulbarelli. La differenza è che si tratta di alloggi da assegnare secondo graduatoria. La stessa Bulbarelli lo ammette esplicitamente: "Il comune ci ha chiesto deroga per 426 alloggi. Noi dimostriamo che riusciamo a fare di più, garantendo a chi ha diritto a un alloggio che non verrà superato in curva da chi, ad esempio, si trova davanti a uno sfratto esecutivo".

Così l'assessore leghista. Stupisce, però, che non si riescano a dividere i due discorsi e a fare (tanto) per le 23 mila persone in lista d'attesa "regolare" e anche, in aggiunta, per coloro che hanno perso prima il lavoro e poi anche la casa. Stupisce che questi ultimi vengano liquidati come "alla ricerca di una scorciatoia". Di cui avrebbero volentieri fatto a meno.

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