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Cronaca

La cava (abusiva) pronta a diventare una discarica (abusiva)

La scoperta a Cesano Maderno nella zona del parco delle Groane

Dall'estrazione, illegale, al deposito di rifiuti, anche quello illegale. Si è conclusa con il sequestro preventivo di un’area e la denuncia di due imprenditori l’operazione condotta dagli agenti di polizia provinciale, su delega della procura di Monza, che ha portato alla scoperta di una cava abusiva di terra e argilla nel comune di Cesano Maderno, nei pressi del Parco delle Groane, il grande polmone verde che si trova tra Milano e la Brianza. 

"Dopo una complessa indagine, numerosi accertamenti di natura tecnica, perquisizioni e ricognizioni e l’esame di notevole documentazione, gli agenti hanno individuato l’area di due ettari utilizzata come cava abusiva di terra e argilla, da cui erano stati illecitamente asportati 70mila metri cubi del pregiato materiale da costruzione", mettono nero su bianco gli agenti in una nota. La zona, stando a quanto accertato dalle indagini, "era destinata all’edificazione di siti commerciali industriali e non era, pertanto, inserita nel piano cave di Regione Lombardia: la società proprietaria dell’area aveva invece attivato una vera e propria cava abusiva escavando e vendendo una quantità notevole di argilla", che veniva poi utilizzata da altre aziende per la fabbricazione di mattoni. 

Ma non solo. Perché, proseguono dalla polizia provinciale, "è stato rilevato che, terminate le attività di escavazione abusiva, si stava procedendo a riempire le voragini create all'interno del sito con rifiuti inerti da demolizione, terre e rocce da scavo provenienti da altri cantieri e siti". In pratica, "la cava abusiva stava per essere trasformata in una discarica destinata alla ricezione di rifiuti illeciti". Tanto che al momento del blitz gli agenti hanno trovato "già 8mila metri cubi di rifiuti, cifra destinata a decuplicarsi senza la misura cautelare". 
 
Nei guai sono finiti due imprenditori che devono rispondere dell'attività abusiva di coltivazione di cava senza licenza, del deposito incontrollato di rifiuti oltre che di "falso a vario titolo avendo più volte autocertificato la liceità delle forniture del materiale di costruzione alle aziende a cui veniva venduto il materiale argilloso asportato illegalmente". 

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