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Cronaca

Violenza sulle donne, l'allarme in Regione: «No alla richiesta del codice fiscale, garantire anonimato»

L'iniziativa con un emendamento al piano per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro le donne

Garantire il completo anonimato alle donne che si rivolgono ai centri antiviolenza in Lombardia. Un anonimato che, secondo le procedure in atto e previste anche dal "Piano quadriennale per le politiche di parità, prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne" in procinto di essere discusso in Regione, non sarebbe pienamente assicurato. Lo dichiara la consigliera regionale di Italia Viva, Patrizia Baffi, che intende "rimediare" con un apposito emendamento.

Il punto sta nella richiesta del codice fiscale e di altri dati alle donne che "bussano" agli sportelli antiviolenza, a causa delle procedure informatiche. Baffi chiede che queste procedure vengano riviste: «I centri antiviolenza - dichiara - devono essere un luogo sicuro per le donne che chiedono aiuto».

Il Piano per le politiche di parità sarà discusso mercoledì in commissione sanità e poi approderà al dibattito e al voto in aula consiliare. «La donna vittima di violenza è una donna che sta attraversando un momento difficilissimo della sua vita, va ascoltata e supportata, non va schedata», continua Baffi. I centri antiviolenza chiedono il codice fiscale in base a una direttiva regionale che punta sulla trasparenza della rendicontazione: i centri che non lo chiedono verrebbero quindi esclusi dai finanziamenti regionali. Ma in questo caso si parla di situazioni estremamente delicate, di massima vulnerabilità, da trattare con un'attenzione maggiore. Per di più, negare l'anonimato violerebbe l'intesa Stato-Regioni del 2014. 

Violenza e stalking: i dati

Secondo una indagine campionaria realizzata nel 2014, il 31,5% delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nel corso della sua vita: il 21% (4 milioni e 520 mila) una violenza sessuale, il 20,2% violenza fisica e il 5,4% una delle forme più gravi di violenza sessuale come lo stupro (652 mila donne) o il tentato stupro (746 mila). 

In Lombardia, secondo i dati 2018 dell'Osservatorio regionale antiviolenza, in base agli accessi ai centri antiviolenza del 2017, l'86,5% delle donne ha subito violenza psicologica, il 72,9% fisica, il 31,6% economica, il 19,6% lo stalking, il 13,1% violenza sessuale. E, nel 86,3% dei casi, il maltrattante è l'ex partner o l'attuale.

I centri antiviolenza: dove sono 

A Milano esistono diversi centri antiviolenza. Ecco i principali.

Telefono Donna - piazzale Ospedale Maggiore c/o Niguarda
Segnavia - piazza XXV Aprile
Mai da sole - via Marotta 8
Servizio Donne - Farsi Prossimo - piazza San Giorgio 2
Centro antiviolenza - Clinica Mangiagalli
Cadmi - via Piacenza 14
Cerchi d'Acqua - via Verona 9

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