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Cronaca

Centri massaggi a luci rosse: arrestati madre, figlia e genero

Tre persone sono state arrestate in seguito alla scoperta di due centri massaggi in cui le massaggiatrici si prostituivano. La banda che gestiva il tutto era a matrice familiare

massaggi-2Grazie all'operazione "body massage" , due centri per massaggi sono stati posti sotto sequesto con l'accusa di sfruttamento della prostituzione. Entrambi i centri erano gestiti da italiani che, con questa copertura, li avevano adibiti a dei veri e propri locali a luci rosse.

Ad annunciarlo è stato oggi Riccardo De Corato, Vice Sindaco e Assessore alla Sicurezza, durante una conferenza stampa, presso il Comando della Polizia Locale di Via Beccaria "A seguito di indagini durate 4 mesi, coordinate dal sostituto procuratore Ester Nocera, e che ha visto impegnati 20 agenti dell'Unità centrale informativa e del Nucleo operativo della Polizia Locale due centri massaggi, il 'Life' di via Teodosio e 'La nuova era' di via Inama, sono stati sequestrati su decreto del gip che ha emesso tre ordini di custodia cautelare per i gestori, due in carcere e un terzo a domicilio, per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione". Presente era anche il Comandante della Polizia Locale Tullio Mastangelo.

A finire in manette, quindi, sono stati tre italiani tutti appartenenti alla stessa famiglia, V. M. di anni 40, la sua compagna V. C. di anni 41 e la madre di lei M. N. D. di 56 anni. L'uomo e sua suocera, già pregiudicati e recidivi, sono stati portati presso la casa circondariale di Milano, mentre invece la compagna di Vincenzo M. è stata condannata agli arresti domiciliari.

L'uomo e la sua compagna gestivano il locale sito in Via Teodosio 37, mentre la madre di lei aveva in gestione il finto centro massaggi di Via Inama 25. I locali erano stati disposti su due piani, al primo c'era la reception e la cassa, tutto adibito al ricevimento dei clienti, mentre invece nel seminterrato avvenivano gli incontri a sfondo sessuale all'interno di tre cabine che erano state appositamente costruite ed attrezzate. Dai cinque ai dieci clienti era la media giornaliera degli incontri e la prestazione sessuale veniva pagata sui 50 euro. Quindi il volume di affari stimato è stato calcolato di circa 25 mila euro mensili e le ragazze, di origini peruviane brasiliane, albanesi, romene e moldave, venivano sfruttate e pagate in nero.

De Corato spiega che "Con questa operazione salgono a 7 i centri massaggi sequestrati grazie ad attività di indagine della Polizia Locale. Atri sigilli sono stati apposti in via Lomazzo, Giordano Bruno, Gluck, Venini e Anfossi. E recentemente per via Anfossi è arrivata anche la sentenza, emessa dal gip, a carico della tenutaria, una thailandese di 44 anni, condannata a 2 anni di reclusione per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione oltre al pagamento di 4 mila euro di multa più le spese processuali e di custodia cautelare" - ed aggiunge - "A oggi (dato del 21 settembre 2010) a Milano risultano in attività 388 centri massaggi: quindici anni fa erano solo 4. E nel 2010 si sono registrate 117 nuove aperture, circa una ogni 48 ore. Una proliferazione determinata dalla liberalizzazione del commercio avviata dal decreto Bersani. E su cui il Comune non può far nulla per impedire le aperture, visto che non concede licenze commerciali ma viene solo informato dall'avvenuta dichiarazione di inizio di attività produttiva. In assenza di una normativa che disciplini queste attività anche dal punto di vista orario, il Comune è intervenuto in alcune aree critiche con le ordinanze, che hanno imposto la chiusura anticipata alle 20 punendo le violazioni con 450 euro di multa. Finora sono una quindicina le attività di questo tipo già sanzionate, di cui una decina solo nell'area di via Padova".

Inoltre, sottolinea il Vice sindaco "L'attuale sequestro di esercizi gestiti da italiani (come lo era stato per quello di via Gluck) dimostra poi che in questo business si sono lanciati non solo i cinesi (che pure vantano ben 92 attività del genere). E conferma che spesso questi locali sono il paravento di attività di prostituzione. Che a oggi non è reato. E pertanto per effettuare un sequestro occorre dimostrare il favoreggiamento o lo sfruttamento, puniti dalla legge Merlin. Dunque, serve coinvolgere una terza persona che tragga benefici".

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