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Cronaca Niguarda / Piazza dell'Ospedale Maggiore

Boom di falsi allarmi e scherzi al 112 di Milano: 6 chiamate su 10

I "tre padri" del Numero unico di emergenza focalizzano il problema sulle 'false calls', ovvero le chiamate inopportune al 112

Nella provincia di Milano 6 su 10 utenti chiamano il 112 per motivi inopportuni. E tra questi c’è chi compone il numero della centrale emergenza per chiedere informazioni o per fare un qualche "stupido" scherzo. Inoltre ci sono molti bambini che compongono il numero solo per gioco. Senza parlare poi dei casi seriali, che nell’arco delle 24 ore riescono addirittura a fare ben 2.800 chiamate inutili.

L'allarme è stato lanciato, in occasione della giornata europea Nue (Numero unico di emergenza), dal presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, insieme col prefetto Francesco Paolo Tronca e col direttore generale di Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) Alberto Zoli. Una giornata - quella del 112 - per la quale è stato scelto, non a caso, proprio l’11 di febbraio.  

“E’ una criticità che deve essere risolta: nel 2014, nella provincia di Milano - spiega il direttore Zoli - abbiamo ricevuto quasi 2 milioni di chiamate e solo il 40% di queste sono state inoltrate a carabinieri, polizia, 118 e vigili del fuoco”. E ancora: “I nostri operatori rispondono sempre, ovviamente, anche a fronte di quel 60% di chiamate inopportune, perché dietro a queste telefonate si possono celare le vere urgenze”.

“Prima del Nue in Lombardia esistevano 48 centrali operative, 4 per ogni provincia. Adesso esistono solo 3 call-center che permettono una notevole riduzione dei costi e dei tempi di intervento, consentendo inoltre di limitare l’intervento di più unità mobili sul posto”, fa sapere Maroni, uno dei tre "padri fondatori" di Nue insieme a Tronca e Zoli. Insieme nel 2010 diedero il via al “modello Varese”.

La Centrale emergenza 112 di Milano © Negri/MilanoToday

Un'App per salvare la vita: “Esiste inoltre un’applicazione gratuita per tutti gli smartphone, capace non solo di chiamare il servizio delle urgenze ma anche di comunicare l’esatta posizione di chi ha fatto la richiesta di aiuto. Purtroppo molti ci telefonano senza sapere dove si trovano, ma questo sistema può aiutare i soccorritori a non perdere tempo prezioso”, ha concluso il direttore di Areu, Zoli.  

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