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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Seno da 25enne, falsa promessa che costa al chirurgo 11 mila euro

Un chirurgo plastico è stato condannato a risarcire una paziente per un intervento di mastoplastica additiva. Il medico aveva promesso alla donna di farle lo stesso seno di quando aveva 25 anni ma con risultati deludenti

Un chirurgo plastico di una clinica privata di Milano aveva promesso a una donna di 38 anni che, grazie a una protesi mammaria, avrebbe potuto riavere un seno sodo e alto come quando aveva 25 anni. L'intervento però non ha avuto i risultati sperati e il tribunale civile di Milano ha condannato il medico a risarcire la donna con quasi 11mila euro, somma che comprende il prezzo della plastica ma anche il danno alla salute.

Il giudice della quinta sezione civile, Damiano Spera, nel riconoscere il risarcimento alla donna, ha spiegato che "non possono ravvisarsi nel caso di specie profili di colpa professionali in capo al convenuto", ovvero il chirurgo ha operato senza errori. Tuttavia, ha promesso troppo e l'intervento non ha "prodotto il risultato concordato interpartes". La donna si era sottoposta ad una mastoplastica additiva per risollevare il seno, nel maggio del 2003.

Aveva portato con sé una fotografia del suo decolté quando aveva 25 anni e il medico le aveva promesso, come si legge nella sentenza, che "avrebbe avuto lo stesso seno che aveva prima della maternità e come raffigurato nella foto". A distanza di tre mesi dall'operazione però, scrive il giudice, la donna avrebbe addirittura "constatato un abbassamento del seno". Da qui la decisione di sottoporsi ad un secondo intervento "di sostituzione di protesi mammaria", questa volta però con un altro medico.

Il giudice nella causa civile, intentata nel 2004 e conclusasi alcune settimane fa, ha affrontato il caso del primo intervento che non ha prodotto i risultati sperati. Il magistrato ritiene che "l'impianto di protesi mammaria in un piano sopramuscolare" eseguito dal chirurgo "risulta progettato ed eseguito a regola d'arte, secondo una tecnica condivisa dalla gran parte dei chirurghi plastici".

Il problema, si legge nella sentenza, è che "nell'ambito della chirurgia estetica è altresì possibile che il sanitario assuma nei confronti del paziente una obbligazione di risultato". Per poter raggiungere il risultato promesso, si legge ancora, il chirurgo "avrebbe quindi dovuto effettuare un altro tipo di operazione e non quella che, sia pure correttamente e senza margini di colpa, è stata dallo stesso consigliata ed eseguita". Alla donna, dunque, vanno 7.698 euro, che è quanto aveva pagato per la plastica, più 3 mila euro come "pregiudizio al bene salute derivante dall'essere stata sottoposta ad un intervento chirurgico inutile, non foriero del risultato pattuito".

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