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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Telecamere nascoste e auricolari per passare l'esame: presa la 'banda delle patenti facili'

A scoprirlo la polizia locale attraverso l'operazione 'Patente per tutti', che ha smascherato un'organizzazione strutturata di cui facevano parte cinque persone, tutte indagate

Patenti ottenute attraverso telecamere nascoste che riprendevano i test e auricolari collegati a chi suggeriva le risposte. È il sistema che veniva utilizzato nell'ex scuola guida di Milano, ribattezzata ‘Autonoleggio Elio’ e che è stata smascherata grazie all'operazione della polizia locale, 'Patente per tutti'.

Operazione Patente per tutti

L'operazione 'Patente per tutti'

L'indagine, partita a novembre 2018 e coordinata dal Sostituto procuratore della Repubblica Cristiana Roveda, ha portato al sequestro preventivo dell'ex scuola, e a perquisizioni in Lombardia e Veneto. Cinque persone inoltre risultano indagate per associazione a delinquere e per il reato di 'Repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche', per far ottenere le patenti di guida.

Cinque indagati per le patenti truccati

Gli accertamenti sono partiti dopo che la locale ha scoperto che alcuni candidati inquadravano con una telecamera nascosta in un vestito – opportunamente predisposto con un piccolo foro – lo schermo del Pc, per far leggere le domande e farsi suggerire da remoto le risposte attraverso un microauricolare inserito nell’orecchio. A completare il tutto un modem per trasmettere i dati e una batteria per far funzionare gli strumenti, entrambi fissati al corpo con nastro isolante.

La banda delle patenti facili

Sono poi stati gli stessi candidati a rivelare l'esistenza di una banda che offriva un vero e proprio servizio per ottenere illegalmente la patente, dietro il versamento di 3mila-4mila euro (cifra che variava a seconda della nazionalità dei candidati). Dopo accurate investigazioni durate mesi, è stata scoperta una attività criminale organizzata, con al vertice la titolare dell'autonoleggio, una cittadina marocchina, e un italiano con una lunga esperienza nelle scuole guida. Attorno ai due ruotavano altre persone, un padre e un figlio italiani, che rispettivamente svolgevano il ruolo di procacciatore di clienti e suggeritore, oltre a un cittadino romeno, che si occupava dei supporti tecnologici.

L’ex scuola guida, ribattezzata ‘Autonoleggio Elio’, era il punto di riferimento per l'attività della banda: lì, all'interno dello scantinato, i candidati si cambiavano vestiti per indossare telecamere, batterie e modem prima di andare in motorizzazione per sostenere l'esame. La pena prevista per gli indagati è la reclusione da un minimo di uno a un massimo di tre anni, in base all’abitualità della condotta criminosa, che può arrivare a fino a dieci anni, per associazione a delinquere. Sottoposti a sequestro tutti i modem, le microtelecamere, le sim, gli auricolari e gli indumenti utilizzati dai candidati e oltre 20mila euro in contanti. 
 

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