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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Cinesi ridotti in schiavitù: 20 ore al giorno di lavoro, dormivano su taniche infiammabili

Gli operai e le loro famiglie, compresi alcuni bambini, dormivano tra taniche di liquidi altamente infiammabili molti dei quali aperti, tra esalazioni dannose per la salute

In due villette-opificio che si trovano ad Albonese e Parona, in provincia di Pavia, dove i carabinieri della Compagnia di Vigevano (Pavia) hanno fatto irruzione, gli operai e le loro famiglie, compresi alcuni bambini, dormivano tra taniche di liquidi altamente infiammabili molti dei quali aperti, tra esalazioni dannose per la salute.

Lo hanno confermato i militari dell'Arma che hanno denunciato quattro persone, due italiani e due cinesi.

Secondo quanto riferito la ventina di operai, con le loro famiglie, lavoravano fino a quasi 20 ore al giorno, prevalentemente di notte, e dormivano in stanzette e giacigli in cui erano stivati una cinquantina di bidoni da 30 litri di solventi usati per la lavorazione del cuoio, dato che l'attività era di tipo calzaturiero.

Molti di tali contenitori rimanevano aperti e le esalazioni venivano respirate da tutti i presenti senza sistemi di bonifica e sicurezza.

I due titolari dei laboratori artigianali, marito e moglie cinesi di 30 anni (entrambi regolari, lei con una partita iva per ditta singola) sono stati denunciati con l'ipotesi di riduzione in schiavitù.

Altri due italiani, un uomo di 32 e una donna di 46, entrambi della zona e con precedenti, che erano i proprietari delle villette, sono stati denunciati per gli abusi edilizi commessi e funzionali a trasformare le case in opifici. Si sospetta che i due siano solo dei prestanome. Gli operai cinesi, tutti in regola sul territorio italiano, sono stati identificati.

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